Fa tutto Valentino: rimonta, pasticcia e fa infuriare Stoner

Valentino non se ne abbia. E neppure la Ducati. E neanche i tifosi dell’uno e dell’altra. Ma ci voleva questa gara bagnata e maldestra per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio o perplessità o interrogativo all’indirizzo di Rossi. Perché senza la caduta di sabato, senza le qualifiche singhiozzanti e il 12° tempo causa seconda moto non a posto, senza la doppia rimonta di ieri, senza i Lorenzo e Pedrosa pirlati a inizio gara, senza Stoner nel mirino, senza quell’attacco da troppa foga e il volo e la carambola sull’incolpevole australe, senza quest’iradiddio motoristica, ecco, non avremmo ancora la prova provata che il Dottore è sempre magnificamente lui.
Il Vale potrebbe dire: e ci voleva ’sto casino per capirlo? Sì. Ci voleva. Perché è proprio nell’ingordigia motoristica di Valentino che si è rivisto il suo dna ancora intaccato. Quando è caduto, spalla o non spalla, placche e chiodi nella gamba compresi, l’uomo Valentino, mentre Stoner stava attento alle manine, teneva invece le sue artigliate sul manubrio per non farsi scappare via la moto, per non lasciarla spegnere, a costo di farsi male, e ripartire spinto dai commissari per la seconda rimonta: da penultimo a quinto. Grande il Vale.
Tutte esagerazioni? Mica vero. Si vada a cercare negli occhi di un altro grande fenomeno e nelle sue gesta in pista questa stessa luce. Parliamo di due ruote in più, di F1, di Michael Schumacher. No, quella luce non si vede, non c’è proprio. In Vale, invece, brilla, come brilla la delusione per l’impresa buttata via che non può, non deve essere compensata dal quinto posto finale «che alla vigilia avrei firmato, ma forse è meglio la smetta...» dirà il campione. Un campione che andrà poi a chiedere scusa a Casey Stoner nel box, incassando l’affondo del canguro, («la tua ambizione è maggiore del tuo talento»), una risposta, questa, che nel crudele motomondo ci sta tutta, come ci sta che il Vale poi se ne freghi, concluda le proprie scuse e torni nel motorhome pensando al pallottoliere della classifica. Perché, in un modo o nell’altro, Stoner non ha portato a casa punti e perché il Lorenzo ieri vittorioso e il Pedrosa dietro di lui non fanno più la gran paura del Qatar.
«Peccato, ho gettato al vento una buona occasione - dirà Rossi - Andavo molto forte e me n’ero già accorto nella mattina, durante il warm up. Anche perché sotto la pioggia la Ducati si riesce a guidare meglio e io stesso posso gestire meglio i limiti della spalla... In pratica, riesco a frenare dove voglio, invece sull’asciutto, se freno dove voglio frenare, non è abbastanza per fermarmi». Quindi sull’erroraccio: «Purtroppo ho commesso uno sbaglio, sono andato un pochino lungo, per la verità non volevo neanche passarlo, solo che arrivando un pò più forte di lui ho cercato di buttarmi dentro e sono finito un pelino largo, così mi si è chiuso lo sterzo e ho buttato giù anche lui... Mi dispiace davvero».
Dunque, un’italia che ci ha illuso in quel di Andalusia. Perché oltre alla nazionale Rossi&Rossa dei motori (comunque Hayden e Ducati, a suon di scivolate e ritiri degli altri sono andati a podio, terzi) anche Marco Simoncelli ci ha tradito. Teneva un ritmo indiavolato, aveva messo tutti i big dietro e con la sua Honda ufficiale stava dettando legge e attendendo l’affondo del Vale. Invece il Vale l’ha abbandonato e lui, qualche giro dopo, ha pensato bene di rimandare tutto e attendere per altra sfida l’amico rivale delle scorribande nella cava di Tavullia. Risultato: giro 12, errore, disarcionamento e addio sogni di gloria.
«Marco era in gran forma - ammetterà Rossi - e credo che, li per li, gli ho anche fatto un gran favore, perché stendendomi io ho coinvolto anche Stoner che andava forte. Poi ho visto Marco nel maxischermo che cadeva e mi è dispiaciuto anche per lui... Quanto a me, alla Ducati, la Provvidenza ci aveva dato un’occasione per fare un podio o centrare persino una vittoria e io ho rovinato tutto...».
Presa la sua dose extra large di mea culpa, ecco però un puntino rosso sulle “i”: «La moto ha qualche problemino che stiamo cercando di risolvere e sto aspettando delle novità dalla Ducati. Spero le mandino presto...

Bisogna lavorare di fino su questa moto perché in passato ci hanno lavorato poco». Quest’ultima dedicata a Stoner che aveva appena detto «gli ho lasciato una gran moto...». Va bene chiedere scusa, ma c’è un limite a tutto.

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