Facchinetti: caro Morgan, hai parlato a vuoto

Milano Ma lui mica si è fermato, figurarsi. Finale di X Factor, poi festa fino all’alba e nel primo pomeriggio aereo per Roma. Punto e a capo. «La puntata migliore di tutte». Volendo, è Francesco Facchinetti il vincitore, altro che Marco Mengoni, di questa edizione che si è chiusa l’altro ieri con una mitragliata di punti esclamativi: 19,39 di share, picco del 41,55 e 3.445.547 spettatori per una puntata torrenziale che è finita quando i giornali vanno in stampa, all’una di notte. «Avevamo la serata peggiore, il mercoledì, poi Bonolis con il suo Peter Pan su Canale 5 ci ha tolto pubblico, specialmente quello femminile: in certe sere a X Factor avrebbe potuto apparire Gesù ma tanto l’ascolto non cambiava». Comunque Facchinetti, che è stato sdoganato persino dal solitamente impietoso Aldo Grasso sul Corriere, ha sempre tenuto la situazione sotto controllo, anche quando c’era mare mosso. Ed è cresciuto come nessuno in così poco tempo. Perciò, tanto che si imbarca a Linate, può togliersi lo sfizio di sfogarsi: «Su questa edizione c’è stato il tiro al piccione, specialmente quando le cose andavano così così». Mica finita: «Secondo Simona Ventura “questa è l’edizione peggiore”. Tutti sanno quanto io voglia bene alla Simo, ma la sua uscita mi ha messo in forte imbarazzo. E Morgan che dice: “Non lo rifarò più”. Sono dichiarazioni inutili e dannose, specialmente per me. Oltretutto lui ha già un contratto di due anni». Quando parla, Facchinetti si ferma casomai solo per prendere fiato: altrimenti corre, e i suoi sono monologhi senza bisogno di domande. «A X Factor mi sento come a casa mia», annuncia. Perciò lo ripresenterà anche il prossimo anno, visto che tra poco firmerà un bel contrattone con Raidue (tre anni) e, spiega, «ho proprio scelto di fare questo percorso». Prima tappa: Il più grande italiano di tutti i tempi. Cinque prime serate. Partenza: il 12 gennaio. Produce Bibi Ballandi, che già è una garanzia: «Quando sono entrato nel suo ufficio c’erano tutte quelle foto lì, da Morandi a Panariello, e lui mi ha detto con il suo accento romagnolo: se fai il bravo, poi potrò attaccare anche la tua, di fotografia». In poche parole, Facchinetti va oltre la musica e diventa presentatore tout court. Per di più, dopo la Ventura, a Raidue ora c’è lui, il futuro. «Nel Più grande (il titolo cambia sempre) cercheremo di individuare, attraverso il televoto, il miglior italiano di sempre, da Dante Alighieri a Fiorello. Ma attenzione: niente politici in attività. E lo faremo con filmati, ricostruzioni, opinioni in modo che anche i più giovani possano capire di che cosa stiamo parlando. C’è il meccanismo delle sfide: San Francesco contro Padre Pio, Leonardo contro Benigni e via così. Starò due mesi a Roma, la nostra squadra è da paura, c’è anche l’autore Giovanni Benincasa che è adrenalinico come piace a me». Scusi Facchinetti, ma lei a scuola come la metteva con la storia? «Dove c’era da faticare, ero un po’ scarso. Ma nelle materie mnemoniche come la storia andavo benone. D’altronde anche a X Factor vado senza scaletta davanti, ricordo tutto a memoria». Ricorda anche quando lo impallinavano di critiche? «Mi piace smontare i luoghi comuni: i figli d’arte sono dei pirla, ad esempio». In ogni caso nel Più grande manca ancora il suo alter ego, ossia la donna. Ci sono trattative, certo: e qualcuna è tramontata. «Io vorrei un nome impossibile: Ilary Blasi. Oppure Michelle Hunziker. Oppure Maria De Filippi: nessuno racconta le storie della gente bene come lei. Però in ogni caso deciderà la rete». Lui intanto ha deciso di andarsene a New York: «Starò lì tre o quattro settimane con Daniele Battaglia. E non faccio come tutti quelli che giustificano le vacanze con chissà quale scusa: vado a divertirmi, punto e basta.

Ho affittato una casa in Union square, magari telefono anche a 50 Cent e lo invito». Intanto poi, quando tornerà, avrà da smontare un altro luogo comune: quello che nella televisione italiana i talenti non abbiano voglia di crescere, guarda un po’.

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