Facci sognare come Cassano

Caro Massimiliano, il tema identitario è tornato prepotentemente di moda, preso per la giacchetta da Claudio Burlando sul locale e dalla Lega sul piano nazionale. Probabilmente sbaglierò, anzi sicuramente, ma è mio convincimento che sull’asse valori-identità culturale dei territori si giocherà la vittoria per la conquista della regione Liguria.
L’identità per sua insita natura è concetto multi comprensivo (avendo fattori fondanti di varia natura ed origine; economico, sociali, linguistici, etc...) in quanto rappresenta molte situazioni umane e concettuali che hanno un denominatore comune: l’unicità! Alcune fanno capo a modi di essere, altre si riferiscono a modi di pensare. Altre ancora sono espressione dei sentimenti della gente di un determinato territorio. Unicità vuol dire anche orgoglio di appartenenza, conoscenze uniche e capacità di professionalità specifiche nel mercato del lavoro. Detto con altre parole vuol dire presentarsi sul palcoscenico del mondo, oggi globalizzato, e dire» noi siamo così, sappiamo fare queste cose ed il nostro territorio è questo». E qui inizia il nostro percorso di vita.
Oggi rappresentare ed affermare l’identità come espressione di una particolarità (rarità) di un certo gruppo di persone radicalizzate su un territorio è operazione che evidenzia una grande voglia di competizione. Tradotto significa una competizione a 360 gradi dove la partita testimonia la misura della capacità agonistica di un territorio. Nel nostro caso della regione Liguria.
L’identità che si estroflette. Non per raccogliere ovunque, senza senso critico, bocconi di culture e di sottoculture. Il tema dell’immigrazione nella nostra regione è sotto gli occhi di tutti. I tempi ed i modi di questo processo fanno già parte del quadro formativo dei prossimi anni. Un’identità che si estroflette è, invece, un’identità sicura di sé e salda al punto giusto per potersi confrontare – che ha un puntello fermo da cui cominciare a proiettarsi in avanti.
Noi, popolo dei moderati abbiamo nelle nostre corde un retroterra culturale e di conoscenze di assoluto livello ma ,tanto per usare un eufemismo, poco trasmesso ed ancor meno pubblicizzato. Come direbbe Arrigo Sacchi «giochiamo con poca intensità...». Si potrebbe arrivare a dire che la pigrizia mentale e forse ancora peggio di quella culturale. Che è come dire con il pensiero debole non si va da nessuna parte. Valori ed identità sono «zone del campo» che non si possono abbandonare e tanto meno trascurare.
Credo che sarebbe opportuno, perché no anche culturalmente stimolante, rinnovare non solo nei nostri elettori, ma anche verso coloro che in passato mai ci hanno votato il messaggio dell’importanza che oggi riveste il vivere con idee e contenuti forti agganciati alle radici del territorio. La parola d’ordine è condivisone e massima aggregazione delle risorse umane ed industriali presenti per «costruire» tutti insieme una Grande Liguria.
È possibile? Mi spingo a dire che oggi sarebbe «interessante» da parte nostra porre al centro della campagna elettorale per le elezioni regionali del prossimo anno il tema «Progetto di vita per la Regione Liguria».
Oggi la gente vuole concretezza, ma anche speranza (come più
volte è stato ripetuto dal Ministro Claudio Scajola). Vuole credere in un progetto «carico» di contenuti valoriali e saldo nelle tradizioni della nostra regione. Partire dall’esistente con al centro dell’azione politica il cittadino di Liguria nella sua essenza e capacità operativa. La Liguria terra di nicchie eccellenti in un mercato globalizzato è in grado di attrarre interesse ed investimenti solo se torna ad essere quello che era(cioè quello cha sa fare...) aggiornato in un contesto infrastrutturale nuovo di completo rafforzamento e capillarità.
Il tema identitario non può e non deve essere affidato nella sua totalità ad altri interpreti della politica siano essi alleati od oppositori. Siamo noi, popolo dei moderati i veri testimoni della storia di Liguria nel bene e nel male, ma comunque noi. I tempi suggeriscono che la Liguria e Genova necessitano di un marchio «forte» sui mercati mondiali come una voce che racconti il territorio al mondo.

Questo il popolo dei moderati non può e non deve dimenticarlo quale argomento qualificante ed irrinunciabile per qualunque virtuosa azione politica, sia di tipo economico che sociale, in grado di creare del valore per la nostra gente.

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