«Un faccia a faccia tra Berlusconi e Di Pietro? Più facile mi faccia frate»

Ecco uno dei segreti della longevità di Porta a porta. La combattività del suo conduttore. Alla vigilia dell’edizione numero tredici (da lunedì per quattro seconde serate a settimana) Bruno Vespa si dimostra più energico che mai, e non le manda a dire a nessuno.
Antonello Piroso afferma che Porta a porta è programma da «bocca a bocca». Da rianimazione, insomma...
«La trovo una definizione inutilmente offensiva. Del resto, quando si arriva terzi o quarti, dev’essere dura da sopportare».
Enrico Mentana sostiene che fra lei e lui non c’è competizione, perché avete pubblici diversi.
«Già: secondo lui, vincerebbero loro per quanto riguarda il “target commerciale”. Resto affascinato dal modo di ragionare di Mediaset. In realtà il nostro è un Paese che invecchia: la capacità di spesa degli anziani sta superando quella dei giovani. E Porta a porta non riesce a contenere tutta la pubblicità che vorrebbe esservi inserita».
Nelle scorsa stagione siete stati leader della seconda serata. E nella presente?
«L’ho detto al direttore Del Noce: non me la sento di promettere gli stessi ascolti. Tutto s’è fatto molto più difficile, ormai i programmi nuovi spuntano come funghi».
Ma c’è qualche migliorìa che potrebbe rafforzarvi ancora?
«Riceviamo fortissime lamentele per gli orari d’inizio non rispettati. Bisognerà ricordare ai conduttori che ci precedono che non sono loro a chiudere i programmi. Ma noi».
Che ne dice della serie estiva dei Grandi Amori?
«Che ha funzionato. Già si pensa di riprenderla la prossima estate».
Primi temi e primi ospiti dell’edizione imminente?
«Apriremo col presidente del Consiglio.

Il 25 accoglieremo Veltroni. Confronti? Difficile farne, fuori della campagna elettorale. Un faccia a faccia tra Berlusconi e Veltroni mi pare altamente improbabile. Tra Berlusconi e Di Pietro? Più facile che io mi faccia frate».

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