Faccia a faccia Il vertice a Palazzo Chigi

RomaQuaranta minuti di faccia a faccia - con Gianni Letta a fare da «garante» - e sul tavolo un comunicato che ha l’obiettivo di provare a respingere quello che rischia di essere un attacco speculativo senza precedenti sul mercato finanziario italiano.
È solo di questo che parlano Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti durante il loro incontro a Palazzo Chigi, perché sul resto tutto è stato già detto e poco o niente c’è da aggiungere. D’altra parte, concordano i due, «la situazione è molto seria» e in questo momento il governo deve pensare solo a rispondere al più presto - e «a borse aperte» - al venerdì nero di Piazza Affari nel giorno in cui il differenziale tra titoli italiani e tedeschi arriva a toccare il massimo storico dalla nascita dell’euro.
Da parte le incomprensioni e le divisioni, dunque. Perché la priorità è dare un «segnale rassicurante ai mercati» dopo «le tanti voci di contrasti di questi giorni». Ecco, dunque, la ragione di una nota piuttosto inconsueta con la quale il Cavaliere fa sapere di «aver invitato a Palazzo Chigi Giulio Tremonti per una colazione di lavoro in cui definiremo l’agenda degli impegni che affronteremo insieme nei prossimi giorni». Un primo cenno alla borsa che il governo è pronto a reagire. Un segnale distensivo dopo una mattina caratterizzata dalla grande evidenza con cui la stampa italiana tratta la vicenda di Marco Milanese e della casa di Tremonti accompagnata dall’intervista a Repubblica del Cavaliere in cui non si lesinano critiche al titolare di Via XX Settembre. Il segnale vero e proprio arriva qualche ora dopo e nel frattempo, da Aix en Provence, anche il governatore della Banca d’Italia e presidente in pectore della Bce Mario Draghi scende in campo in difesa dell’Italia. Il comunicato di Palazzo Chigi, limato e ritoccato, usa infatti le due password a cui i mercati sono più sensibili: pareggio di bilancio e manovra. L’intenzione, infatti, è blindarli il più possibile. Berlusconi, si legge nella nota, «ha ribadito la volontà del governo italiano di raggiungere il pareggio di bilancio per il 2014, in linea con gli impegni assunti a livello europeo». Ed è in quest’ottica che «il decreto legge sulla manovra sarà approvato prima dell’estate».
La crisi e l’aggressione speculativa, dunque, rimettono sullo stesso tavolo, uno davanti all’altro, Berlusconi e Tremonti. Perché, spiegherà più tardi il premier nelle sue conversazioni private, «in situazioni del genere non si può non andare oltre le questioni personali». Una giornata, dunque, che toglie anche definitivamente dal piatto l’ipotesi di un passo indietro del ministro dell’Economia, considerato dai mercati il garante del rigore in Italia. Ma, va detto, mai così politicamente debole come in questi giorni. Il punto è capire come gli ultimi avvenimenti - dalla richiesta di arresto per Milanese su cui si dovrà pronunciare la Camera ai verbali dell’interrogatorio in cui Tremonti parla di Berlusconi e «metodo Boffo» - condizioneranno l’iter parlamentare della manovra.
Che sarà rivista non è un mistero, tanto che lo stesso ministro dell’Economia ha dato il suo benestare purché «a saldo zero». Non è un caso che i gruppi parlamentari del Pdl siano già pronti a emendamenti su emendamenti con l’obiettivo primario di rimettere mano alla stretta sulle pensioni.

Il punto è capire quanto profonde saranno le modifiche e se davvero Tremonti non sarà vittima di una vera e propria contraerea ora che gioca comunque in difesa. Non è passato inosservato, infatti, che in questi due giorni siano state davvero poche le voci che si sono alzate dal Pdl in difesa dell’inquilino di via XX Settembre.

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