Sguardi indipendenti sul cinema: 85 film in anteprima; 20 ospiti internazionali, 30 paesi coinvolti. La VII edizione del RIFF-Roma Independent Film Festival - inaugurata ieri con lanteprima al Lanificio 159 e celebrata al ritmo del fado portoghese con la performance vocale di Cuca Roseta - stasera accenderà ufficialmente gli schermi del Nuovo Olimpia nel nome di Carlos Saura che con Fados, documentario sulla musica portoghese e struggenti ballad firmate Caetano Veloso, chiude la trilogia del «musical trip» iniziata con Flamenco e proseguita con Tango. Il documentario del maestro spagnolo sarà proiettato alle 22,30 nel cinema di via in Lucina che ospiterà la kermesse fino al 24 aprile. Il Riff mette in cartellone 13 film, 16 documentari e 45 corti più numerose serate a tema dedicate al cinema spagnolo, francese e greco. Molti i temi in agenda: sabato 19 si parlerà di diritti umani in Tibet e Birmania, lunedì la riflessione investirà il Dogma danese mentre mercoledì la Scuola di Cinema di Roma offrirà gratis un workshop di scrittura. Novità di questa edizione diretta da Fabrizio Ferrari è il Riff Awards 2008 assegnato al miglior script. Madrina della kermesse, nonché membro della giuria internazionale, lungherese Andrea Osvart, che nonostante la popolarità conquistata a Sanremo con Baudo si definisce «una supporter del cinema indipendente. Lanno scorso partecipai al festival in qualità dattrice per Il rabdomante, film autoprodotto grazie agli sforzi del cast. Stavolta approfitto del lato bello del mestiere: vedere i film».
Lantipasto al Lanificio 159 ieri ha anche consentito al regista Alessandro Valori (Radio West) di ritirare il premio Nuove Visioni assegnatogli dal Riff per il suo secondo lungometraggio Chi nasce tondo scritto da Valerio Mastandrea e da lui interpretato con Sandra Milo, Regina Orioli e Corrado Fortuna. «Mi sono appassionato al progetto - spiega Valori - perché prevedeva il contributo degli studenti dei licei romani. I ragazzi, coinvolti solo in fase di ideazione e di scrittura, si sono spinti fino alle riprese; così il progetto è diventato un vero e proprio film».
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