nostro inviato a Cagliari
Cè un uomo solo al comando, il suo nome è Renato Soru. Il governatore della Sardegna è felicemente riuscito nella doppia impresa di calare sullisola una cappa di immobilismo e di avere tutti contro: dagli imprenditori ai sindacati, dallopposizione alla gran parte del centrosinistra (che tre anni fa lo votò ma il 14 ottobre gli ha preferito Antonello Cabras come segretario regionale del Partito democratico), fino alla gente normale che ad Alghero, alla firma dellaccordo per il gasdotto Italia-Algeria, ha applaudito Prodi e DAlema ma fischiato sonoramente lex uomo Tiscali. Non si muove foglia che limprenditore-governatore non voglia, è la lamentela comune. E prima che le parole, parlano le cifre.
La bocciatura
Parlano, per esempio, le ultime «Note sulla congiuntura in Sardegna» di Bankitalia. La quale rileva che «la presenza delle imprese sui mercati internazionali si è indebolita». Che «lattività di investimento nelle opere pubbliche e nelledilizia non residenziale è diminuita». Che «la domanda di credito dellindustria è rimasta debole». Che «la raccolta bancaria ha decelerato per effetto della minore accumulazione di risparmio da parte delle famiglie». Colpa di Soru il ristagno delleconomia? In parte sì.
Il rallentamento del sistema produttivo è provocato anche dal clima di fortissima incertezza che grava sulla Sardegna. Lo testimonia la mole di ricorsi giacenti sui tavoli del Tar: non cè atto della giunta regionale che non venga impugnato e spesso respinto. La paralisi dellattività amministrativa significa blocco degli investimenti sullisola.
«Il nostro primo problema sono la burocrazia e lincertezza in cui dobbiamo operare», accusa Alberto Scanu, presidente degli industriali di Cagliari. Limputato numero uno è il Piano paesaggistico regionale (Ppr), quello che ha di fatto introdotto la famosa «tassa sul lusso» (contestata dallo stesso governo Prodi) e ha imposto una ferrea tutela ambientale sullintero litorale sardo fermando ogni attività edilizia. Per costruire bisogna ottenere l«intesa» con la Regione. Significa che puoi fabbricare se ti metti daccordo direttamente con Soru. E pochi in Sardegna hanno dimenticato che prima di varare il Ppr, il governatore perlustrò le coste su un elicottero che ospitava anche rappresentanti di alcune grandi società immobiliari.
La «monarchia»
Ma recentemente il Tar ha dichiarato illegittimo proprio questo punto del Ppr, cioè il comma che attribuiva alla Regione, anziché ai comuni, il potere di decidere. «Soru aveva introdotto lintesa per accontentare amici e favorire le speculazioni - protesta Mauro Pili, ex governatore ora deputato di Forza Italia -. Il Piano paesaggistico da una parte vincola e vieta tutto, e poi con la norma dellintesa voleva consentire a Soru e compagni di premiare gli amici e punire i nemici».
La sentenza se la prende direttamente con il governatore per aver inserito quel vincolo dopo che il Ppr era già stato approvato, e per aver violato le prerogative degli enti locali. «La disposizione - scrivono i giudici amministrativi - incide in misura determinante sullo stesso uso del territorio, interferendo sia sullautonomia dei comuni, sia sulle soggettive posizioni dei privati che lo stesso legislatore, nel disciplinare i contenuti del nuovo piano paesaggistico, ha inteso salvaguardare».
È la sintesi dello stile Soru: decidere su tutto, decidere da solo, e fare buon viso quando le cose si mettono male. È successo su una quantità di temi. Il nuovo statuto: un referendum ha bocciato la nuova carta regionale. Soru voleva promulgarla ugualmente ma è stato bloccato dalla Corte dappello. Il bilancio: la Corte dei Conti regionale gli ha bocciato il preventivo 2007 perché inseriva tra le entrate un miliardo e mezzo di euro che la Regione avrebbe incassato dallo Stato a partire dal 2013; ma Soru ha riproposto la medesima operazione nella Finanziaria 2008, vantandosi anche di aver risanato i conti.
Deficit record
Prova ne sia che il bilancio registra la bellezza di sette miliardi di euro tra i residui passivi, di cui oltre un miliardo e mezzo per lavori pubblici. Gli ispettori della Banca dItalia hanno da poco concluso le indagini sulle attività della Sfirs, la finanziaria regionale. E anche la procura della Repubblica scava nelloperato della giunta, come sullappalto della pubblicità istituzionale vinto dalla Saatchi & Saatchi: sembra che la società conoscesse i contenuti del bando di gara prima della pubblicazione. «Non è lunico caso - spiega Giorgio La Spisa, capogruppo di Forza Italia in Regione - noi abbiamo segnalato anche lappalto del servizio informativo della sanità. Il governatore tende a saltare i limiti delle procedure amministrative».
Il dialogo è problematico con lo stesso centrosinistra. Soru si è candidato alle primarie per la segreteria del Pd: voleva mettere le mani anche lì. Per impedirglielo gli si è contrapposto Cabras, uno dei suoi grandi sponsor forse oggi pentito.
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