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IL (FALSO) ALLARME CLIMA

nostro inviato a Rimini
In fondo fra tante bufale bastava una carota. Un cilindretto di ghiaccio buono per un Negroni formato famiglia. Un Calippo gigante lungo un metro e di 10 centimetri di diametro. Questo carotone pescato a 3.200 metri di profondità in Antartide ed esposto nella mostra “Atmosphera” al Meeting di Rimini è la chiave per smascherare le panzane catastrofiche degli pseudo-ecologisti del «moriremo tutti e possibilmente presto».
«Negli ultimi anni si sentono troppe stupidaggini sui cambiamenti di clima - spiega il professor Elio Sindoni, direttore del dipartimento di Scienze dell’ambiente a Milano Bicocca -. E a lanciare allarmi sono sempre persone non addette ai lavori». Sì, quei vaticinii da Apocalisse del tipo «nel 2033 ci sarà il deserto in Norvegia e i salmoni migreranno a Cinisello Balsamo», oppure «in capo a 5 anni il mare arriverà a Cortina e i maestri di sci se non vorranno rimanere disoccupati dovranno insegnare immersioni». Ecco, tutte balle. Lo insegna la carota.
«La trivellazione eseguita in Antartide con il progetto Epica dell’Università di Milano ha raggiunto profondità tali che si possono esaminare le particelle di aria congelate un milione di anni fa. E tramite un esame degli isotopi dell’ossigeno si può risalire alla temperatura di quel periodo». E - sorpresa delle sorprese - era la stessa di oggi. Il che testimonia due cose: che anche un milione di anni fa bisognava uscire la sera col maglioncino e «che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati e non dipendono dall’inquinamento». D’altronde la Groenlandia era “terra verde” e ora è il paradiso dei giocatori di hockey, mentre i Maya furono sterminati dalla siccità, ma non perché non avevano la marmitta catalitica.
E dunque tutte le bacchettate metaforiche che ci prendiamo sulle dita ogni volta che accendiamo il climatizzatore a forza tifone? «Ci sono in ballo troppi interessi di tipo economico - continua Sindoni -, come i fondi per le energie rinnovabili». Quelli a cui anelano i sostenitori dell’eolica e della solare.
Insomma, noi stiamo al capezzale della Terra e quella fa solo finta di star male? Non proprio: «Beh, non è pensabile continuare ad immettere nell’atmosfera 27 miliardi di tonnellate di CO2, ma diciamo che il pianeta non è così malmesso come si vuol far credere».
E allora vediamole un po’, queste balle spaziali: «Innanzitutto la coincidenza diretta tra anidride carbonica e innalzamento della temperatura. Su Giove, Saturno e Plutone si stanno registrando surriscaldamenti di addirittura 5 gradi. La domanda è: chi è che si diverte ad andare col Suv a inquinare su Giove?». Fin troppo evidente che dipende dall’energia del Sole, mai così attivo da oltre mille anni. Con buona pace di chi sull’allarmismo ci ha fatto i soldi, come Al Gore: «Chi? Quello che da quando ha preso il Nobel guadagna 250mila dollari per un’ora di conferenza? Una delle più grandi vergogne a cui abbia assistito», si indigna Sindoni.
Altro campionario di sciocchezze. A Milano 647 decessi per polveri sottili: «Ma su che basi scientifiche dicono cose del genere?». I mari che crescono a livelli inquietanti: «Eppure il Pacifico cresce a ovest e diminuisce a est e l’Indiano fa il contrario». E nemmeno con le precipitazioni i professionisti dell’«aita aita» ci azzeccano: «Si aspettavano la siccità e abbiamo avuto un anno di piogge straordinarie. Prospettavano l’estate più torrida del secolo e io dormo col lenzuolino la notte».


Nel complesso delle follie generali, fra tre fratellini che chiedono la trivella antartica in regalo ai genitori e una macchina dotata di secchi che gira un po’ come le pare e che testimonia il fatto che il clima cambia come gli pare (!), una verità c’è: «Quel che è vero è che carbone e petrolio un giorno finiranno e che è stato giusto vietare i Cfc (cloroflurocarburi) per evitare il buco nell’ozono». Però? «Però nulla è prevedibile e non ci sono certezze assolute. Il problema è che prima si parlava del tempo per ammazzare il tempo. Oggi invece si parla del clima per ammazzare il clima».

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