Più rispetto per i galacticos. Gli altezzosi depositari dellortodossia calcistica, del juego bonito, delle nove coppe campioni andrebbero salvaguardati da certe figuracce. Come quella del finto Nicolas Cage, accolto da icona sugli spalti del Bernabeu, il tempio del Real Madrid. E già, lì in Spagna Paolo Calabresi, il sosia romano del divo, non lo conoscono di certo. Insomma, come se non bastasse leliminazione in Champions (ma per nirvana-Schuster «non è stata una disfatta») è arrivato anche il carico a otto anni dallo stesso blitz di Calabresi a san Siro, vittima Galliani. Loperazione sarà documentata nella prossima puntata di «Italian Job» in onda domenica sera su La 7, il canale sempre più ostinato nel dare nomi cinematografici alla programmazione. Sapientemente truccato lattore romano si è presentato al Santiago Bernabeu (la stampa spagnola aveva annunciato larrivo con lanci di agenzia) con tutti gli onori e finte guardie del corpo al seguito. «Ho visto la partita dal box presidenziale - ha raccontato a Mario-one Corsi di Centro Suono Sport - nellintervallo il presidente Calderon, che continuano a ripetermi cose che già sapevo, tipo che La Roma es un equipo muy forte, mi ha regalato la maglia del Real Madrid con il nome Nicolas Cage e la tessera onoraria del club. Mo però che ce faccio?...».
Un percorso netto fallito per un pelo: «A fine partita ho salutato Robinho e altri giocatori del Real, ma quando sono andato dalle parti dello spogliatoio giallorosso Totti mi ha fermato: Ancora qui stai?. E io: Ti prego, reggimi il gioco». Anche Bruno Conti e Rosella Sensi lhanno scoperto.
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