Fame nel mondo: da sedici anni non diminuisce

da Roma

Al mondo ci sono 854 milioni di persone che soffrono la fame. Un valore che non è mai calato dal 1990. È la Fao a lanciare l’allarme con il Rapporto annuale sullo stato di insicurezza alimentare nel mondo, presentato ieri nella sede romana dell’agenzia. Le ultime rilevazioni si riferiscono al 2001-2003: sono ancora 854 milioni le persone sottoalimentate nel mondo, di cui 820 milioni vivono nei Paesi in via di sviluppo, 25 milioni nei Paesi in transizione e 9 milioni nei Paesi industrializzati.
Nel 1996, oltre 180 capi di Stato e di Governo avevano firmato la Dichiarazione di Roma con l’obiettivo di riuscire a dimezzare il numero degli affamati entro il 2015 e portarlo a 412 milioni. «A dieci anni di distanza, ci confrontiamo con una triste verità: non c’è nessun progresso verso quell’obiettivo», ha ammesso il direttore generale dell’agenzia, Jacques Diouf. E anche il calo da 823 a 820 milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo «è da attribuire a un errore statistico», ha aggiunto Diouf. Nessun progresso, anzi, un peggioramento della situazione rispetto a dieci anni fa. E le tendenze più recenti non lasciano spazio all’ottimismo: la Fao ha registrato un aumento di 26 milioni di persone sottoalimentate nel 1995-1997 e nel 2001-2003, a seguito, invece, di un calo di 80 milioni durante gli anni ’80. A preoccupare di più è la situazione dell’Africa, in particolare quella sub-Sahariana, dove il numero di persone sottoalimentate è passato da 169 milioni nel 1990-92 a 206 milioni nel 2001-03.

A quattordici anni dal fatidico 2015, la Fao riconsidera le stime sul numero degli affamati, prevedendo che l’obiettivo del millennio potrebbe essere mancato: per quella data saranno ancora 582 milioni le persone sottoalimentate, contro i 412 previsti.

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