La famiglia «allargata» di via Caffaro

La famiglia «allargata» di via Caffaro

C'è Paolo immancabilmente in giacca e cravatta. Dopo quindici anni trascorsi in pigiama, il «ragazzo di casa» ha scelto di tornare al suo vecchio stile: elegante e sobrio. Paolo ha 96 anni. Ma c'è anche Janet la francese che «insegna» la lingua dei cugini d'Oltralpe. Classe 1921. Mariuccia, Maria, e ancora Maria insieme a Pinuccio completano la famiglia. Perché soltanto di famiglia si può parlare, quando si visita la casa alloggio per anziani in via Caffaro, gestita dai volontari della Comunità di Sant'Egidio. Duecentosettanta metri quadrati, divisi in sei camere, sala da pranzo, cucina e servizi, tutti a prova di anziano. Uno spazio grande e luminoso, ben arredato e accogliente, che porta, ancora una volta, la firma della Fondazione Carige, che ha acquistato l'appartamento, lo ha ristrutturato e nell'aprile del 2008 lo ha affidato alla comunità religiosa, impegnata ad assistere coloro che vivono in condizioni di fragilità.
Un fiore all'occhiello, frutto di tanti anni di amicizia e di ricerca. «Un sogno che si realizza - spiega Patrizia Bozzano, responsabile del progetto. Abbiamo voluto e cercato tanto questo genere di casa, bella, grande a un passo dal centro storico; è da lì che arrivano molti dei nostri amici. Questo ha permesso di non sradicarli dai luoghi di provenienza. Una casa, che non avremmo mai potuto avere, senza il fondamentale aiuto della Fondazione, che ha creduto nel progetto. Oggi gli anziani, possono permettersi di vivere in un ambiente familiare, caldo, con ogni tipo di confort che un appartamento può offrire. Non dovendo pagare nessuno affitto, si riesce ad andare avanti bene, coprendo l'amministrazione, le bollette e le spese quotidiane».
Una collaborazione felice, quella della Comunità di Sant'Egidio e della Fondazione, che rivoluziona la formula dell'assistenza agli anziani, la trasforma in convivenza, attraverso legami di amicizia, assistenza e solidarietà. Una qualità della vita che migliora all'improvviso, così come testimoniato da Paolo, che dopo quindici anni trascorsi in istituto, tra solitudine e sofferenza, oggi ha ritrovato la gioia di vivere, insieme ai suoi compagni di via Caffaro.
«Sono anziani che hanno alle spalle storie di solitudini, di povertà, di abbandono e di malattia - dice Bozzano -. Vivere qui, significa mettere insieme le proprie risorse, evitando così la scelta, tanto sofferta quanto dolorosa, dell'istituto. Sentono questa casa, come la propria casa. Possono invitare chiunque vogliono, decidere cosa mangiare, che orari avere, stabilire quando svegliarsi e quando andare a dormire, come trascorrere il loro tempo e cosa guardare alla tv, o cosa leggere. È la bellezza di questo alloggio, che si esprime anche attraverso l'amicizia, la compagnia e l'amore. Un amore che si traduce nel non lasciarli mai soli, di aiutarli nel quotidiano, vincendo la solitudine». E certamente non mancano i volontari. Sono lì al mattino, a pranzo, per la merenda, la sera e quando serve anche la notte. Sono lì a stringere mani, ad abbracciare a intervenire per ogni bisogno. «Anziani che vengono a trovarsi in condizioni di forte criticità, tenuti insieme in modo dignitoso, nel rispetto delle loro esigenze e accompagnati dalla solidarietà, nell'ambito del concetto stesso di famiglia», dichiara soddisfatto, Pierluigi Vinai vicepresidente della Fondazione Carige.
Una «famiglia» che la domenica, aggiunge qualche posto in più a tavola, che non viene apparecchiata mai, per non meno di dodici persone. Perché la casa, intitolata a Benedetto XVI, è diventato il punto di riferimento anche per tanti altri anziani del quartiere, che qui si ritrovano, per una per un pranzo, una partita a carte, per la merenda, una chiacchierata o per la messa, che viene celebrata almeno una volta al mese. «Non ci dimentichiamo che la Comunità di Sant'Egidio è una comunità cristiana, che è nata a partire dalla lettura del Vangelo, con il desiderio di vivere la vita di tutti i giorni, nello spirito stesso del vangelo. E ciò ha portato a vivere rapporti di amicizia e di dialogo con quanti in difficoltà - continua la responsabile -. Ed è proprio in questo cammino che abbiamo incontrato il mondo degli anziani. Uno spirito che noi viviamo e cerchiamo di tenere vivo, partecipando ad esempio, alla preghiera che c'è tutte le sere nella chiesa dell'Annunziata alle 19.30».


Spirito di condivisione, e aiuto a quanti vivono in condizioni di fragilità, «benedetti» anche dal Cardinale Angelo Bagnasco, durante la sua visita nell'appartamento di via Caffaro, dove intrattenendosi con il «padrone di casa» Flavio Repetto, presidente della Fondazione Carige, ha commentato: «questo è un luogo per vivere e non morire; questa casa è come dovrebbe essere la società: un posto dove chi è debole è messo al centro».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica