Famiglie e imprese, arrivano altri aiuti

RomaIn altri tempi sarebbe stata la Finanziaria. Oggi lo chiamiamo decreto anticrisi, ma nei fatti rappresenta il cuore della politica economica per i prossimi mesi. Col provvedimento, di 26 articoli, arriva la detassazione parziale degli utili d’impresa investiti in macchinari e apparecchiature - una versione «ter» della legge Tremonti, che già in passato ha riscosso l’approvazione degli imprenditori -, ma anche contributi alle imprese che non licenziano o non fanno ricorso alla cassa integrazione. Ci saranno aiuti per i dipendenti che, per sfuggire alla cassa integrazione straordinaria, decideranno di mettersi in proprio. E non mancano misure per rendere nulli i codicilli che le banche impongono ai clienti in sostituzione della «commissione di massimo scoperto» (che resta, ma limitata con un tetto dello 0,5%), e per ridurre i tempi di accredito per assegni e bonifici. Il passaggio di un mutuo da banca a banca dovrà avvenire in fretta, pena multe salate. Gli sconti sul gas per le imprese (ma, attraverso gli acquisti da parte delle municipalizzate, anche verso le famiglie), sollecitati dal ministro Claudio Scajola, rappresentano un passo importante di liberalizzazione. Aumenta il rimborso per le obbligazioni e le azioni della vecchia Alitalia, saranno più rapidi i pagamenti dei debiti da parte della Pubblica amministrazione: in bilancio d’assestamento sono stati inseriti 5 miliardi di euro a questo fine.
Il provvedimento va incontro alle imprese. Le associazioni di categoria, dalla Confindustria alla Confcommercio, l’accolgono con soddisfazione. «Il decreto è in linea con le nostre richieste - commenta Emma Marcegaglia - e pensiamo che possa aiutare le imprese a riprendere il flusso degli investimenti. Positivo - aggiunge - anche il provvedimento sul massimo scoperto». I benefici del decreto si vedranno a settembre, «quindi velocemente», conclude. Proprio la Confindustria ha reso noto ieri che, in giugno, la produzione industriale ha finalmente rivisto il segno positivo, con un incremento mensile dello 0,3% rispetto a maggio. I livelli produttivi restano bassi, ma evidentemente qualcosa si muove. In maggio le retribuzioni hanno registrato un aumento annuale del 3%, e questo vuol dire che aumenta il potere d’acquisto in un momento di inflazione vicina allo zero. Aumentano purtroppo anche i disoccupati nelle grandi imprese (-4,12% nell’anno). Ed è per questo motivo che il decreto si concentra su due fronti: incentivi alle aziende per investire, maggiore protezione per chi rischia il posto di lavoro.


L’impatto del decreto sui conti pubblici non è noto: Tremonti spiega che è ancora da verificare, ma non sarà elevato. La detassazione-bis degli utili reinvestiti in passato si è pagata da sé, anzi ha generato un’entrata aggiuntiva di 90 milioni di euro per il fisco.

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