Cè il K2, e la Germania sale in alta quota. Klinsmann e Klose, tipi opposti, diversi nel carattere ma alla fine uguali per i sogni di una grande nazionale che sogna di tornare ai trionfi che furono.
Un allenatore bizzarro, turista del football, emigrato dovunque a far gol e che ha deciso di lasciare lEuropa per mettere su casa in California, da quel sito lavora con il computer, non è amato dai tedeschi di ceppo antico ma alla fine ha messo assieme gli uomini giusti e la Germania ha riscoperto il gusto della bandiera, della Patria e del füssball, dopo i veleni della corruzione e delle partite truccate.
Un attaccante ancora più strano, polacco di nascita ma tedesco di sostanza, gol pesanti, come capitava a Gerd Müller che in un paio di mondiali arrivò a segnarne quattordici. Tracagnotto, goffo ma efficace e perfido era Müller; alto, asciutto, mai spettacolare ma ugualmente efficace è Miroslav Klose che viaggia verso quello storico primato.
Il fattore K fa tutte queste cose davanti al Kaiser, dico di Franz Beckenbauer che ha voglia di entrare lui per primo nella storia del calcio con una tripletta incredibile: vincere un mondiale da presidente del comitato organizzatore, dopo averlo vinto da calciatore prima e da allenatore dopo.
La Germania vuole davvero essere über alles e il K2 non è soltanto una montagna. Che un giorno fu scalata e conquistata dagli italiani. Auguri.
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