L’usciere fa spallucce: «Per me, non cambierà nulla. Se devo prendere il caffè vado alla macchinetta al primo piano». Ma, dal 2009, anche i portieri - come tutti i dipendenti - potranno entrare e uscire da Palazzo Marino solo passando dai tornelli. E tra i dipendenti la notizia ha scatenato parecchi malumori: c’è già chi si sente orfano dell’espresso al bar. Il modello anti-fannulloni targato Renato Brunetta contagia anche il Comune, che sta studiando di introdurli in tutte le sedi entro il prossimo anno, gli uffici tecnici stanno facendo gli studi di valutazione. Ci vorrà tempo, ma la linea del tornello, vuoi per evitare che estranei si introducano negli uffici, ma soprattutto per rilevare gli orari di lavoro evitando che i dipendenti timbrino il badge e poi vadano a fare una «pausa» al bar, è tracciata. Del resto, proprio pochi giorni fa il sindaco Letizia Moratti ha lanciato il «Manifesto del merito», che tra i suoi dieci punti invita a premiare «chi lavora di più e meglio nella pubblica amministrazione». Ma vale anche la lettura al contrario.
In via Pirelli, all’assessorato ai Lavori pubblici di Bruno Simini, i tornelli in realtà sono già installati da mesi, ben prima della direttiva lanciata dal ministro alla Funzione pubblica. E fu proprio lui qualche anno fa, da ex assessore all’Educazione dell’era Albertini, a introdurli per motivi di sicurezza nella sede di via Porpora. Il sistema dovrebbe scattare presto in largo Treves, dove ha sede l’assessorato ai Servizi sociali di Mariolina Moioli: «Qui in realtà chiediamo da tempo di organizzare meglio gli ingressi - spiega l’assessore -, perché ci sono anche problemi di sicurezza. È un "porto di mare", arrivano persone con difficoltà anche psichiche e si aggirano negli uffici, un dirigente è stato persino aggredito». Ma è utile anche l’aspetto del controllo ai dipendenti: «Visto che i tornelli esistono già in altre sedi, ci uniformiamo. Se i dipendenti devono rispettare degli orari, è giusto che vengano documentati, con il badge o altri sistemi è indifferente». «D’accordissimo» con lo strumento sponsorizzato da Brunetta anche il vicesindaco Riccardo De Corato, l’unico problema «sarà capire come contestualizzarlo sede per sede, ci vorranno interventi strutturali sulle entrate, per avere ingressi differenziati per i dipendenti e il pubblico, negli uffici aperti ai cittadini».
È il caso di via Larga, dove al piano terra c’è l’Anagrafe centrale e al primo piano i servizi funebri, che presto però verranno trasferiti. Per questo, spiega l’assessore Stefano Pillitteri, «gli utenti potranno circolare solo al piano terra e si sta studiando di mettere i tornelli al primo piano per i dipendenti». Secondo l’assessore al Lavoro Andrea Mascaretti, «ben vengano i controlli, anche sulla produttività, ma nello stesso tempo si punti a valorizzare chi lavora bene dal punto di vista della meritocrazia». Più perplessa Ombretta Colli, assessore al Decentramento: «Diversi dipendenti hanno continue riunioni fuori dall’ufficio, in sedi diverse dalla propria, e comunque timbrano già il cartellino. Diciamo che sarebbe fondamentale responsabilizzare direttamente i dirigenti al controllo». Critica l’opposizione. Il consigliere del Pd Andrea Fanzago critica: «Con tutti i problemi che ha la pubblica amministrazione, si concentrano sui tornelli e pensano che sia una soluzione. Meglio mettere un tetto al numero dei super consulenti del Comune». Anche Maurizio Baruffi dei verdi pensa che «i controlli vanno sempre bene, ma il vero problema è motivare i lavoratori. Se è solo per stare in linea con Brunetta, mi sembra un modo conformista di dare risposta al problema dell’efficienza».
Chi per ora non utilizza neanche i badge sono i
vigili. I ghisa dovevano iniziare a timbrare il cartellino a giugno, ma vista la complessità degli orari e dunque di impostare un sistema serio di controllo, l’avvio è stato rimandato a settembre e poi a data da destinarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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