Fantasmi e menischi Storia di Villa Stuart

Fra rumori di passi nella soffitta e porte che sbattono senza motivo apparente, la notte parecchi romani, si sa, non chiudono occhio. «Non è vero, ma ci credo!», affermavano Eduardo e Peppino De Filippo. Ma se lo dicono a Napoli, figuriamoci a Roma. Da duemila anni, da Messalina allo spirito di Cagliostro, passando per Donna Olimpia, Giulio Cesare, Beatrice Cenci, artisti, imperatori, papi, la Città Eterna pullula di fantasmi, secondo le dicerie e le testimonianze dirette dell’epoca.
A via Trionfale, al civico 5952, poco oltre la salita per l’osservatorio astronomico, sorge una villa secentesca, oggi sede di una famosa clinica privata. Divenuta proprietà dell’editore Giuseppe Ciarrapico, e ora di Eurosanità, è tra i gioielli della sanità romana e nota come la «clinica dei calciatori». Totti, Cicinho, di recente Vucinic sono passati di lì per farsi rimettere a posto. Ma oltre a essere un luogo oggi caro ai tifosi, la villa ha una storia particolare. Eretta sul punto più alto della città, uno splendido parco naturale di pini e cipressi, fu scelta nel Settecento come seconda dimora dall’allora pretendente cattolico alla corona inglese, Giacomo Francesco Stuart. Il nonno, re Giacomo I d’Inghilterra, credeva alla stregoneria, tanto da scrivere un trattato sulla demonologia. E tanto da mandare al rogo centinaia di presunte streghe.
Forse fu per questo precedente, che quando, alla fine dell’Ottocento, la villa finì in eredità alla contessa Emmeline Stuart-Wortley, quest’ultima si dedicò con passione alle scienze occulte. La nobildonna inglese passava gran parte del tempo a fare sedute spiritiche. Il suo amante, Lord Allen, in un primo tempo si dedicò al più innocuo hobby del giardinaggio, come da tradizione in Inghilterra. Poi, per restare nelle grazie di lei, passò anche lui dal pollice verde alla magia nera. Villa Stuart divenne così un salotto famoso, dove si dava appuntamento la nobiltà di tutta Roma per praticare occultismo e spiritismo, discipline allore di gran moda. Emmeline invitò i più famosi medium d’Europa, per pagare le cui prestazioni spese una fortuna. Si parlava di apparizioni anche all’ingresso del parco, nel piccolo «Casino degli spiriti» risalente al Cinquecento.
Alla fine il gioco prese la mano alla nobile coppia inglese. La villa non venne più curata, scivolò nel degrado. La nobiltà romana cominciò a diradare le visite. I due rimasero soli. Lei vedeva dappertutto la sorella morta. Lui credeva di parlare con il demonio, e alla fine impazzì e scomparve. In casa, giurava la servitù, i tavolini si muovevano da soli. Piatti e bicchieri traballavano di continuo. Un bel giorno i domestici, terrorizzati, fecero fagotto e scapparono. E Lord Allen? Si sparse la voce che avesse abbandonato la contessa e se la fosse data a gambe pure lui. Lei, però, si confidava con le amiche, raccontava che era morto e che il suo spirito era ancora nella villa. Diceva che di notte le carezzava la mano, passando con le dita attraverso la parete.
Sogni o follia? Anni dopo però gli operai, che lavoravano per risistemare la villa, buttarono giù un muro nei sotterranei e scoprirono lo scheletro di Lord Allen. Emmeline, per non perderlo del tutto, lo aveva murato di nascosto in cantina, lasciando un buco nella parete in modo da potergli talvolta accarezzare le dita.
La gente del posto ancora oggi mormora di strane apparizioni nel Casino degli Spiriti. Nel 1979 il celebre imitatore tv Alighiero Noschese, ricoverato a Villa Stuart per esaurimento nervoso, si sparò un colpo alla testa mentre era chiuso a chiave in stanza. Non avrebbe dovuto averla, ma usò una calibro 38 misteriosamente sfuggita ai controlli.

Ironia della sorte, nel 1984, anche Eduardo De Filippo, 84 anni, passò a miglior vita proprio tra le mura di Villa Stuart. La villa dei fantasmi. Lui ci credeva, come raccontò nella gustosa commedia Questi fantasmi.
1/continua

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