Da «Fare futuro» a «Generazione Italia», ecco la galassia finiana

RomaIl momento più delicato per i «finiani» è databile, più o meno, all’ottobre scorso. Complice la querelle tra Feltri e il presidente della Camera. I cronisti politici allora ventilarono l’ipotesi della nascita di un gruppo parlamentare che facesse riferimento alle strategie politiche del delfino di Giorgio Almirante. Gli analisti più generosi davano ai finiani un quorum di una quarantina di teste. I più stretti non arrivavano alla trentina. Tutti concordavano, però, che i numeri non consentivano a Gianfranco Fini di esercitare un ruolo di reale disturbo alla politica del Pdl. Meglio allora guardare fuori dal Palazzo per organizzare una moderna «corrente» politica, fatta di think tank, fondazioni, riviste, web e circoli. Il pilastro più robusto di questa galassia è la «Fondazione Alleanza Nazionale» gestita da Donato La Morte, parlamentare di lungo corso e finiano di ferro. La nuova creatura ha il compito di gestire il patrimonio immobiliare di Alleanza Nazionale (a sua volta erede di quello del Movimento sociale italiano) e di custodire l’archivio storico del partito (1946-2008). Ma non solo. Terminata la «tregua» delle amministrative potrà scendere in campo con tutto il suo supporto logistico per fare quello che altri satelliti finiani non hanno mezzi e strumenti per portare avanti. Tra questi «soldati» male attrezzati figura «Fare Futuro», la fondazione che ha conquistato sul campo il «grado» di custode primo del pensiero finiano. Filippo Rossi, direttore dell’omonimo webmagazine, ha un bel daffare per supportare con analisi e spiegazioni le illuminate uscite del presidente della Camera. Tra le più dirette filiazioni finiane anche l’ex giornale di partito, Il Secolo d’Italia. Il suo direttore, Flavia Perina, è frequente ospite di talk show, dove è chiamata a spiegare anche al popolo della tv il «Fini-pensiero». Nell’elenco delle penne finiane possono essere inseriti anche Luciano Lanna (coautore nel 2003 con Filippo Rossi del libro Fascisti immaginari), Fabrizio Alfano, portavoce di Fini, e Giuseppe Leone, già notista politico del Secolo e dell’agenzia Asca, ora responsabile dell’ufficio stampa della Camera.
Se le fondazioni «Alleanza nazionale» e «Fare futuro» puntano a mantenere il dibattito politico sul piano culturale, i parlamentari di stretta osservanza finiana sono chiamati a una robusta azione di supporto sul campo. I primi nomi che vengono alla mente sono quelli di Italo Bocchino e di Fabio Granata. Un ruolo di primo piano svolge anche Andrea Augello, parlamentare Pdl, ma forte di una lunga militanza nel partito di Storace e Fini. Per il primo è stato un apprezzato assessore al Bilancio della Regione. Al secondo deve la nomina a sottosegretario nell’ultima «infornata» del primo marzo scorso. Altri parlamentari di fiducia sono Silvano Moffa (già presidente della Provincia di Roma) e la penalista Giulia Bongiorno (alter ego, all’interno del Pdl, di Niccolò Ghedini). A Palazzo Chigi altri due finiani doc: Adolfo Urso (sottosegretario) e Andrea Ronchi (ministro per le Politiche europee).

Tra i più entusiasti del Fini-pensiero sono da annoverare quelli di «Generazione Italia», laboratorio politico del quale proprio il Giornale ha dato per primo la notizia della nascita. Scoop ancora non digerito, visto che il bersaglio preferito del sito web è proprio Vittorio Feltri.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica