Fare musica senza confini è l'x-factor di Frah Quintale

I brani di "Amor proprio" sono la maturità dopo il rap. Ad aprile parte da Milano il primo tour nei palasport

Fare musica senza confini è l'x-factor di Frah Quintale
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Se c'è un disco che valga la pena (ri)ascoltare dall'inizio alla fine è quello di Frah Quintale, uscito da qualche settimana e intitolato Amor proprio. C'è una dolcezza malinconica in questi brani, e un garbo compositivo che rendono queste canzoni un mondo a se stante, lontanissimo dalla omologazione cui spesso siamo abituati. Dopotutto quello di Francesco Servidei in arte Frah Quintale, nato a Brescia nel 1989 e debuttante nel 2017, è un profilo piuttosto distinto e distante dall'abbecedario obbligatorio di tanto post rap che prova a crescere ma difficilmente ci riesce.

Invece Amor proprio, che arriva dopo tre anni dall'ultimo Ep e due dopo il disco con Coez, è un deciso salto di qualità che va in una sola direzione, la libertà. Come sempre più spesso accade (per fortuna) Frah Quintale si è sganciato da ogni zavorra stilistica e spazia, in "modalità chill", tra soul e nostalgia, tra funk e divertimento, tra cantautorato e riflessioni come se non ci fosse "Né oggi né domani" (titolo del primo brano) ma anche come se fossero "Anni che non dormo" (uno dei pezzi più significativi) perché sono canzoni fuori dal tempo ma drammaticamente contemporanee. Per capirle serve, sì, anche l'elenco dei feat, ma non solo quello perché ogni ospite entra nel mondo di Frah Quintale lasciando fuori il proprio. Ad esempio in Occhi diamanti c'è una Joan Thiele che la riconosci subito ma è imprevedibile in questa declinazione e in A prescindere si sente un Colapesce che non ti aspetti. Forse meno riuscito l'incontro con Tony Boy in 1 ora d'aria 1 ora d'ansia che non aggiunge nulla alla mappa del disco. "Sono più pop ma non mi snaturo" dice lui, che il 13 aprile inizierà al Forum di Milano il suo primo tour nei palasport. Ed è la forza di questo ragazzone bresciano barbuto e pensoso che ha trovato la (prima) maturità compositiva anche rimanendo caparbiamente al di fuori delle mode.

Al di là della citazione di Cara di Lucio Dalla o del campionamento di The gentle touch di Herbert Campbell, questo album è la conferma che l'amor proprio di un autore è continuare a crescere fregandosene di tutto il resto.

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