Che cosa sappiamo, oggi, alla luce dei progressi delle neuroscienze, di ciò che ci permette di sapere? È questa la domanda da cui muove Steven Rose (docente di Biologia e direttore del Brain and Behaviour Group alla Open University, in Inghilterra) nel suo saggio Il cervello del ventunesimo secolo. Spiegare, curare e manipolare la mente (Codice edizioni, pagg. 398, euro 29, traduzione di Elisa Faravelli). Dal libro emergono, per così dire, una notizia buona e una cattiva. La prima consiste nella libertà di ogni singolo individuo pensante, dotato di un sostrato emotivo che sfugge alle regole entro le quali si tenta di ingabbiarlo. La seconda nella possibilità, ormai dimostrata, di manipolare il cervello.
La domanda che segna il passaggio dal campo della scienza a quello delletica è dunque la seguente: qual è il confine tra la ricerca scientifica e la libertà individuale? Di Steven Rose sono usciti in italiano negli anni scorsi La fabbrica della memoria (Garzanti, 1994) e Linee di vita (Garzanti, 2001).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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