Ecco come funziona il farmaco "esca" che "spegne" il Covid

Scienziati americani stanno mettendo a punto un farmaco anti-Covid che promettere di spegnere l'infezione attirando a sè il virus: ecco come funziona

Ecco come funziona il farmaco "esca" che "spegne" il Covid

Oltre a quelli già presenti in commercio per combattere le forme più gravi di Covid-19, un nuovo farmaco in fase di test promette faville: un team di scienziati americani sta mettendo a punto una sorta di "esca" che attiri il virus per distruggerlo. È quanto pubblicato dalla rivista ScienceAdvances che titola sulle "esche" ottimizzate in grado di neutralizzare tutte le varianti di Sars-CoV-2, anche quelle più recenti e in circolazione in questo momento.

Come funziona il farmaco

Il nome tecnico è DF-COV-01, al momento è testato sugli animali ma nelle prossime settimane lo sarà sull'uomo: "Un'esca Ace2 neutralizza le varianti resistenti agli anticorpi, incluso Omicron, senza perdita di potenza", hanno scritto gli studiosi. Ace2 è il recettore che serve al virus per entrare nelle cellule umane come ormai abbiamo imparato a conoscere in questi anni. In questo modo, il farmaco ingannerebbe il virus bloccandolo prima che sia in grado di infettare ma attirandolo a sé, dicendogli cioé di avvicinarsi all'organismo umano per poi spegnerlo definitivamente prima che la Spike possa legarsi al recettore.

"Sfruttiamo evoluzione del virus"

Rispetto a tutti gli altri farmaci in commercio, monoclonali copresi, agisce per sfruttare il virus prima che possa provocare l'infezione: come scrive Repubblica, i ricercatori coordinati dal prof James Torchia, primo autore dello studio, e dal prof. Gordon Freeman (coatuore), sono stati in grado di identificare le caratteristiche molecolari ideali per adescare il virus, "invitarlo" a unirsi con Ace2 purché siano resistenti ed efficaci per l'organismo. La costruzione del farmaco, infatti, parte da qui, dalla potenza e sicurezza in grado di neutralizzare la Spike cambiando completamente la struttura del virus che diventerebbe del tutto innocuo non riuscendo più ad attaccare l'organismo. "Non stiamo cercando di combattere l’evoluzione. Stiamo cercando di progettare questo farmaco in modo da sfruttare l’evoluzione" del virus, ha affermato Torchia a un quotiano scientifico.

Le prossime strategie

In questo modo si cerca di capire la funzione che il farmaco possiede agendo negli animali ma potrebbe essere utilizzato anche per tutti gli altri comuni coronavirus esistenti prima del Covid: infatti, qualora fosse testato il funzionamento anche sull'uomo, non sarebbe in grado soltanto di colpire le varianti del Covid ma pure altre infezioni respiratorie. Questa ricerca è stata supportata da un premio per lo sviluppo terapeutico del programma di ricerca medica del CDMRP (Programmi di Ricerca Medica) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Ulteriore supporto economico è stato fornito da una sovvenzione del National Institutes of Health, gli Istituti Nazionali della Sanità americani. I risultati degli scienziati sono simili a quelli osservati negli studi su animali fatti da altri farmaci anticorpali che hanno avuto poi successo anche sull'uomo.

Ciò "fa ben sperare per la sua probabilità di ottenere un effetto terapeutico simile negli esseri umani, ma con l’ulteriore vantaggio di un’efficacia duratura nel contesto di un virus in continua evoluzione”, hanno concluso.

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