Farmaci e terapie

Tumore del fegato, via libera al test del vaccino sui pazienti

Coinvolgerà dieci pazienti e i risultati sono previsti entro giugno 2024

Tumore del fegato, via libera al test del vaccino sui pazienti

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La ricerca italiana corre e apre nuove speranze contro una neoplasia tra le più insidiose, il tumore del fegato. Prende il via al Pascale di Napoli la nuova sperimentazione di fase 1 del primo vaccino terapeutico creato per ritardare le recidive. Si chiama Hepavac-201 ed è il frutto di una ricerca iniziata nella struttura partenopea anni fa, quando fu vaccinato il primo paziente con la versione 101.

Il vaccino per il tumore del fegato

Il nuovo vaccino Hepavac-201 potrebbe cambiare totalmente lo scenario del trattamento del tumore del fegato, nei confronti del quale finora non esiste una cura definitiva. In particolare, l’ultima formulazione è stata creata per aumentare la capacità di indurre una risposta immunitaria. L'ambizione più grande però è quella di eliminare le recidive, allungare la sopravvivenza e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

"Comprende 16 molecole differenti capaci di indurre una risposta antitumorale a largo spettro e di impedire, così, alle cellule tumorali di sfuggire al controllo del sistema immunitario ritardando il ripresentarsi della malattia", ha spiegato in una nota l'Istituto nazionale dei tumori Fondazione Pascale. "La sperimentazione dimostra ancora una volta quanto l’immunoterapia rappresenti il presente e il futuro prossimo della terapia anticancro", ha ribadito l'Irccs.

La seconda sperimentazione dopo 10 anni

"Dopo gli studi e le sperimentazioni, il vaccino è stato somministrato nel primo paziente affetto da epatocarcinoma senza effetti secondari acuti. Altri 3 pazienti sono in lista d’attesa per cominciare il trattamento nelle prossime settimane" ha continuato l'Irccs. Hepavac-201 è il primo vaccino al mondo per il tumore epatico contro numerosi target molecolari e ora giunge nella fase più delicata. Il progetto è coordinato da Luigi Buonaguro, direttore del Laboratorio di Modelli Immunologici Innovativi e condotto insieme ai team del chirurgo Francesco Izzo, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Epatobiliare e dell’oncologo Paolo Ascierto, coordinatore della Struttura di Sperimentazione clinica di Fase 1.

Lo studio è iniziato nel 2013 e ora è arrivato alla seconda sperimentazione clinica di Fase 1 che valuterà la formulazione aggiornata del vaccino. Coinvolgerà dieci pazienti e i risultati sono previsti entro giugno 2024. Hepavac è stato sviluppato in origine da un Consorzio Europeo coordinato da Luigi Buonaguro e finanziato dall’Ue. L’attuale sperimentazione Hepavac-201 è stata possibile grazie al co-finanziamento della Regione Campania con il progetto Campania Oncoterapie. Quest'ultimo rientra nell’ambito del programma oncologico fortemente voluto dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca. "La formulazione vaccinale originaria è stata aggiornata ed è stato incluso anche un immunomodulatore (Durvalumab) con il supporto totalmente gratuito dell’AstraZeneca", ha precisato Buonaguro. Ora si dovrà valutare la “safety” del trattamento vaccinale e la risposta immunitaria nei confronti degli antigeni tumorali specificamente espressi dal tumore del fegato.

Il futuro della ricerca italiana

"Non bisogna indurre facili entusiasmi" , ha spiegato Buonaguro, "Tuttavia se i risultati saranno quelli auspicati, Hepavac sarà il primo vaccino al mondo per il tumore epatico candidato alla successiva sperimentazione su vasta scala per testarne in maniera definitiva l’efficacia e fornire un valido strumento terapeutico per i pazienti affetti da un tumore così letale". Hepavac è uno dei progetti di punta, promosso e sponsorizzato dall’Istituto. "Il finanziamento regionale è stato essenziale per poter continuare gli studi inizialmente finanziati dalla Comunità Europea" , ha spiegato Attilio Bianchi, direttore generale del Pascale.

"A mio avviso questo rappresenta un esempio virtuoso dei fondi regionali a sostegno di progetti che hanno già dato risultati promettenti", ha poi concluso.

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