Roma

Farmacisti, sit in e disordini. Nuova serrata domani

Giacomo Legame

Sono arrivati da tutta Italia i farmacisti per scendere in piazza a Roma. Prima un animato sit-in a piazza Barberini che ha bloccato il traffico costringendo autobus e mezzi privati a cambiare percorso, causando momenti di tensione con le forze dell’ordine. Poi, intorno a mezzogiorno, i camici bianchi si sono incamminati in via Molise davanti al dicastero passando per via di San Basilio aggirando, in parte, il blocco delle forze dell’ordine.
Il ministro della Salute, Livia Turco, intanto dice sì alla richiesta di Federfarma di una discussione tra le parti per «un piano per il futuro delle farmacie». Ma la titolare della Salute ha anche richiesto di superare l’impasse sull’obbligo della presenza di un farmacista nei supermercati, fortemente osteggiata dalla categoria. Nel pomeriggio, poi, l’incontro col ministro Bersani. «Il ministro - spiega il presidente di Federfarma, Giorgio Siri - ci ha ricevuto con i suoi tecnici, ma ci sono poche speranze per il futuro». L’unica via possibile sembra ora «l’apertura di un tavolo tecnico per una giusta interpretazione delle direttive del decreto, ma non c’è una volontà di creare farmacie alternative». Per questo motivo le associazioni chiedono «una carta, un documento di questo probabile tavolo tecnico».
Al termine dell’incontro, le associazioni si sono riunite in un’assemblea per «decidere che cosa fare». Probabile una nuova serrata per domani.
Uno sciopero che le associazioni dei consumatori hanno condannato duramente come una «protesta fatta per proteggere privilegi lobbistici». Si è trattato di una serrata portata avanti nonostante il rischio di multa che va dai 2.500 ai 50mila euro: visto il mancato rispetto dei tempi di preavviso, infatti, la Commissione di garanzia sugli scioperi potrebbe aprire un’istruttoria su Federfarma. «Avranno trenta giorni - ha affermato Antonio Martone, presidente della Commissione - per fornirci le loro giustificazioni».
«Questa è l’ennesima sacrosanta manifestazione di una categoria colpita dal Decreto Bersani. Sono norme inaccettabili nel merito, perché distruggono la rete sanitaria nazionale, e nel metodo perché varate senza alcun confronto con le categorie» ha dichiarato Gianni Alemanno, intervenendo alla protesta dei Farmacisti».
«Un provvedimento illiberale, frutto di una visione dirigista, che avrà conseguenze dannose per i farmacisti senza che corrispondano benefici reali per i cittadini» aggiunge il vicepresidente dei deputati di Forza Italia, Enrico La Loggia, che ha stigmatizzato la logica del decreto Bersani nel portare la solidarietà sua e del gruppo azzurro ai manifestanti in piazza Barberini. «Il Governo discuta con la categoria - ha detto La Loggia - invece di imporre scelte non concordate che rischiano solo di creare grande confusione in un settore particolarmente delicato come quello della salute».
Lo sciopero di ieri ha raccolto un’alta adesione. Le richieste dei farmacisti vanno dalla diminuzione della lista dei prodotti da banco vendibili fuori farmacia, all’eliminazione dell’obbligo della presenza del farmacista nei servizi commerciali, fino all’esclusione della categoria dei farmaci Sop (Senza obbligo di prescrizione) dalla liberalizzazione. Se non si dovesse trovare un accordo, le associazioni non hanno escluso l’abbandono della convenzione con il sistema sanitario nazionale.
Come detto, a causa del sit-in dei farmacisti che ha reso necessaria la chiusura di piazza Barberini, l’Atac in serata ha comunicato che sono state deviate dodici linee del trasporto pubblico. Le linee 52, 53, 61, 62, 63, 80 Express, 95, 116, 175, 492, 590, 630, in arrivo da via del Tritone sono state deviate per il traforo Umberto I e per via Nazionale. Le linee 52, 53, 63, 80 Express, 95, 116 e 630 in arrivo da via Veneto, da via Bissolati si sono dirette verso via Veneto.


Infine i collegamenti 61, 62, 116, 175, 492 che da via XX Settembre scendono su via di San Basilio, sono stati invece deviati per piazza della Repubblica e via Nazionale.

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