Farmaco abortivo, cartelle passate ai raggi X

Blitz degli ispettori ministeriali in ospedale: sentito il professor Nicolini, il primario dei test

Marisa de Moliner

Blitz annunciato al Buzzi. Dopo il blocco dell’aborto farmacologico da parte della Regione e della direzione dell’ospedale, in via Castelvetro sono arrivati gli ispettori del ministro della Salute. La Turco vuole scoprire se è stato fatto un uso corretto del metotrexate, il farmaco chemioterapico impiegato per un’indicazione diversa da quelle per cui è stato autorizzato nelle trentasei interruzioni volontarie di gravidanza.
Il caso è rovente e ha visto schierati anche la Cgil e il presidente della Regione Roberto Formigoni. La responsabile della sanità per la Camera del lavoro, Fulvia Colombini, l’altro ieri ha accusato il governatore di «sconfinare» con ingerenze in scelte che riguardano i medici e invitato il ministro alla Salute a intervenire. Livia Turco ieri ha mandato degli ispettori dell’Agenzia italiana del farmaco. Tre investigatori si sono presentati all’ospedale dei Bambini di via Castelvetro per effettuare «un’indagine non ispettiva ma conoscitiva» hanno spiegato ad Antonio Bonaldi, direttore sanitario degli Istituti clinici di perfezionamento di cui il Buzzi fa parte.
Oltre a lui ad accogliere gli ispettori c’era la dottoressa Cristina Papetti, responsabile dell'ufficio qualità e accreditamento. È toccato a lei, essendo assente per ferie il direttore sanitario dell’ospedale, Valentino Lembo, a mettere a disposizione le cartelle cliniche delle 36 donne cui per abortire è stato somministrato il metotrexate. Una somministrazione che s’è rivelata efficace in 34 casi. Per le due pazienti che non sono riuscite ad abortire farmacologicamente è stato necessario intervenire chirurgicamente. Tutte notizie che i tre funzionari hanno potuto costatare dalle cartelle cliniche. Da quanto è trapelato le cartelle cliniche erano a posto, in ordine e complete. Ma gli investigatori dovevano valutare anche se l’utilizzo del metotrexate nelle interruzioni volontarie di gravidanza è stato corretto, adeguato e non s’è rivelato nocivo per la salute delle donne. Inoltre dovevano verificare se l’aborto farmacologico è avvenuto «sotto la diretta responsabilità del medico - hanno detto gli ispettori - previa informazione e acquisizione del consenso».

I tre funzionari dell’Agenzia italiana del farmaco hanno poi ascoltato il primario di ostetricia del Buzzi, il professor Nicolini, responsabile di questa sorta di sperimentazione, e Giuseppe Battaglin, il medico che lo ha affiancato.
Gli ispettori mandati dalla Turco che hanno anche cercato di capire se ci sia stata una violazione della legge 194 oggi torneranno a Roma per riferire al direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco.

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