Politica

La Farnesina blocca i turisti in partenza «Non andate laggiù»

Il Mar Rosso a rischio come Kenya, Regno Unito e Pakistan

Emanuela Fontana

da Roma

Era già stato inserito tra i luoghi pericolosi nei giorni scorsi: l’Egitto compariva, con altri Paesi come Inghilterra, Stati Uniti, Marocco, Zanzibar e altre Nazioni particolarmente a rischio di attacchi del terrorismo internazionale tra i siti dove il ministero degli Esteri avvertiva di recarsi con prudenza. Ieri mattina, poche ore dopo la notizia dell’attentato di Sharm El Sheikh, sul sito in collaborazione con l’Aci www.viaggiaresicuri.mae.aci.it, l’informazione è stata corretta con ulteriori raccomandazioni: «Si sconsigliano, per il momento, viaggi nella zona di Sharm el Sheikh, mentre per le altre aree del Paese si raccomanda di valutare con la massima attenzione la situazione e di adottare misure di cautela». L’inserimento di questa avvertenza era stato richiesto immediatamente dall'associazione dei consumatori Telefono Blu, perché lo «sconsiglio», come viene chiamato in gergo tecnico, di un’area implica che per i turisti che hanno già prenotato si apra la possibilità di un rimborso o di un cambio destinazione. L’Egitto compare tra «gli ultimi aggiornamenti» insieme a Kenya, dove negli ultimi giorni ci sono stati sanguinosi scontri nel nord del Paese tra diverse etnie, Regno Unito, Yemen e Pakistan.
È iniziato nelle prime ore di ieri notte il lavoro dell’unità di crisi del ministero, che si è immediatamente messa in contatto con l’ambasciata del Cairo e con le rappresentanze diplomatiche della zona di Sharm. La conferma della morte dell’italiano Sebastiano Conti è arrivata poco dopo le nove, e fino a ieri sera dalla Farnesina non è filtrato nulla sui tre familiari che lo accompagnavano. «Le informazioni sono ancora molte confuse», informava la Farnesina in mattinata. Bisogna essere «cauti» nel definire scomparsi la moglie del trentaquattrenne di Aci Trezza, Daniela Maiorano, suo fratello Giovanni con la fidanzata Rita Privitera, precisava in serata il capo dell’unità di crisi, Elisabetta Belloni.
Al ministero degli Esteri per la seconda volta in meno di una settimana è arrivata la notizia della morte di un italiano in un attentato terroristico. Sei giorni fa era stata la famiglia Caccia a ricevere la telefonata di conferma della morte di Benedetta a Londra, ieri l’unità di crisi ha dovuto comunicare lo stesso lutto ai familiari di Sebastiano Conti: «Sdegno e condanna non bastano per descrivere quello che proviamo in questi momenti - ha detto il ministro e vicepremier Gianfranco Fini -. Sono tuttavia sentimenti che rafforzano, se ancora ve ne fosse bisogno, la nostra determinazione a combattere e sconfiggere questo terrorismo barbaro e insensato alle cui ignobili motivazioni contrapponiamo la nostra dignità e la nostra fermezza». Fini ha espresso anche la sua vicinanza «ai familiari dei nostri connazionali, in particolare a quella di Sebastiano Conti tragicamente scomparso».
Nel pomeriggio un aereo C130 dell’aeronautica militare è partito da Pisa alla volta di Sharm per riportare in Italia 20 dei 21 feriti. «Uno rimarrà in Egitto, non è grave ma abbiamo dei problemi di trasporto», ha spiegato il capo dell’unità di crisi. Anche in questa occasione il ministero degli Esteri ha utilizzato il meccanismo già collaudato degli sms telefonici per avere informazioni sui connazionali che si trovano a Sharm e invitarli a dare immediate notizie. Era già successo per lo tsunami del 26 dicembre nel Sud-Est asiatico, e poco più di due settimane fa, per le bombe di Londra. Molti dei 30mila che si calcola siano nell’area non hanno ancora risposto. Un numero speciale è stato indicato dall’unità di crisi per chiedere informazioni su parenti e amici (0636225).
Molti turisti italiani hanno chiesto di poter rientrare immediatamente. Così in queste ore stanno partendo alcuni voli per riportarli in Italia da Sharm. Ieri sera è decollato da Milano un aereo della Livingstone. Anche tra i 700 turisti di Sprintours una buona parte intende concludere in anticipo la vacanza. «Per tutti non c’è problema», ha assicurato Jalel Hebara, presidente e titolare del tour operator.

«Stiamo venendo incontro ai nostri connazionali per farli rientrare - ha confermato la Belloni - anche con documenti di viaggio collettivi».

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