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Il fascino delle fasi lunari per guardare al futuro

Mühle Glashütte celebra i 150 anni di attività con il suo più complicato orologio di manifattura

Fabrizio Rinversi

Era l'aprile del 1869, quando Robert Mühle, provetto orologiaio, stabilì a Glashütte la sua azienda di produzione di strumenti di misurazione per laboratori di orologeria. Dopo l'entrata in società dei tre figli Paul, Alfred e Max, nel 1918, la «R. Mühle & Söhne», cominciò a realizzare anche tachimetri, contagiri e orologi da cruscotto per i primi motocicli e autoveicoli. L'avvento della Seconda Guerra Mondiale e la successiva divisione della Germania in Ovest ed Est, non impedì ad Hans Mühle, figlio di Paul, di aggirare la nazionalizzazione di tutte le aziende orologiere del Paese, avviando un'attività nel campo dell'attrezzatura di precisione per le industrie fotografica e cinematografica. Hans-Jürgen, figlio di Hans, prese il timone del business paterno nel 1970 e, forte di un'ottima esperienza internazionale a livello commerciale, vissuta durante la Guerra Fredda, dopo la caduta del Muro di Berlino, fondò nel 1994 la «Mühle Glashütte GmbH Nautische Instrumente und Feinmechanik», operante nell'ambito dei segnatempo destinati al settore nautico. L'anno successivo, uno dei cantieri navali servito dalla Casa tedesca richiese dei modelli da polso subacquei d'alto livello da impiegare nelle imbarcazioni e, nel 1996, Mühle Glashütte consegnò il suo primo orologio da polso in serie limitata a 25 esemplari. Fu allora che scoccò la scintilla per la creazione della prima collezione da polso vera e propria, un'intuizione sviluppata egregiamente dalla quinta generazione della famiglia proprietaria ad entrare, nel 2000, nell'organigramma aziendale, ossia Thilo Mühle, figlio di Hans-Jürgen. Dal 2007, Thilo è CEO e ha strutturato, passo dopo passo, un catalogo distribuito tra modelli professionali subacquei, complicati come l'«Ore del Mondo», crono sportivi e più sofisticati, solotempo e versioni dall'imprinting militare. Degno di nota anche lo sforzo manifatturiero, con dispositivi quali la regolazione di precisione a «collo di picchio», fino ad arrivare al primo meccanismo manuale di manifattura, il calibro MU 9411. Per celebrare i 150 anni dalla fondazione, la Casa ha voluto concretizzare il suo esemplare più complicato, il Robert Mühle Fasi di Luna, dotato del calibro manuale di manifattura RMK04, declinato su tre versioni, da 42 mm: acciaio (100 esemplari), oro rosa e platino (25 pezzi per ognuno). Al dispositivo della riserva di carica, dunque, elaborato nel 2014, e del datario analogico (2016), si aggiunge quello delle fasi di luna, che contribuisce a portare il numero di componenti complessivi a 202: si tratta di un meccanismo astronomico, che necessita di correzione ogni 122 anni (errore di un giorno). Due dischi si muovono secondo uno schema planetario, sopra una lastra in alluminio anodizzato blu e incisa al laser per definire la luna e i suoi dettagli, coprendola o scoprendola progressivamente.

Afferma Thilo Mühle: «C'è un meraviglioso detto, secondo il quale, onorare la tradizione non significa preservarne le ceneri, ma trasmetterne la fiamma. Ecco, all'alba dei nostri 150 anni, questo è il nostro obiettivo».

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