Roma - C’è grande confusione e un certo imbarazzo all’ombra dell’Unione, nel day after di Piazza Farnese. La Cei si è molto arrabbiata per la «caciara anticlericale», si è un po’ arrabbiato anche Clemente Mastella, fischiato dal pubblico, e Romano Prodi si è affrettato a sconfessare i ministri pro-Dico e a prendere ancor più le distanze dal suo provvedimento, ora abbandonato ai marosi del Senato.
«È un segno di quanto siano forti le pressioni vaticane se Prodi, che certo è un cattolico liberale, è messo alle corde», constata amaro il socialista Villetti, capogruppo della laica Rosa nel pugno, «il clima è diventato talmente pesante da spingere il capo del governo a dichiarare inopportuna la presenza a una manifestazione che aveva lo scopo di sostenere un disegno di legge del governo...». E in effetti l’imbarazzante paradosso c’è tutto. Ma c’è tutta anche la «frattura aperta nell’Unione», che Mastella denuncia. Fassino cerca di fare il pompiere: «Non credo che il governo possa cadere sui Dico», rassicura, «anche perché la questione non è più affidata al governo ma al Parlamento. È possibile discutere e trovare una soluzione adeguata e noi ci batteremo per questo».
Mastella reclama «tolleranza», avverte la sinistra: «Se sono intolleranti con chi ha idee diverse, il governo è a rischio». È chiaro a tutti, nel centrosinistra, che il fronte clericale è pronto a fare muro.
I ministri bacchettati intanto si difendono: «Mi sono attenuto a quanto aveva detto il portavoce del governo Sircana», dice Pecoraro Scanio: «E cioè che la partecipazione all’evento era affidata alla sensibilità di ogni ministro. Evidentemente Prodi ha parlato prima di capire il risultato della manifestazione». Ma il timore del premier è che la bagarre si riapra a parti invertite la settimana prossima, coi ministri anti-Dico che promuoveranno il family day. Per questo una sfilata di prodiani ieri ha messo le mani avanti: «I ministri devono caratterizzarsi per il loro impegno nelle istituzioni», ammonisce il dl Monaco. «Sono giuste le perplessità di Prodi sui ministri in piazza. Manifestazioni come quella di ieri rischiano di oscurare le tante cose fatte per la famiglia. E potrebbero creare delle difficoltà maggiori al percorso legislativo», spiega il ministro delle Politiche agricole De Castro. Secondo il quale il tema Dico «non è al primo posto nell’agenda del governo». Nemmeno all’ultimo, a giudicare dal dodecalogo prodiano.
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