La "Fata Morgana" e quelle memorie ispirate dall'invisibile

Tra surrealismo, alchimia e spiritismo le duecento opere rilette da Gioni

La "Fata Morgana" e quelle  memorie ispirate dall'invisibile
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Si esce dalla mostra con la voglia di rientrare subito, colpiti come da un incantesimo. Fata Morgana: memorie dall'invisibile, ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi per Palazzo Morando Costume Moda Immagine, a cura di Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini (a ingresso libero, fino al 30 novembre) è l'esposizione da non perdere. Per più di un motivo. Il primo è la sede: è infatti allestita a Palazzo Morando che oggi è un museo civico, ma un tempo fu dimora della contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini (18761945), nobildonna tanto straordinaria quanto eccentrica. La contessa Morando che divenne poi una delle grandi dame di carità di Milano con opere filantropiche anche nel Lodigiano e nel Bresciano era affascinata dall'alchimia, dall'esoterismo, dalle scienze occulte. Negli anni aveva costituito una delle biblioteche più ricche su questi temi, i cui volumi sono oggi conservati alla Trivulziana del Castello Sforzesco (e alcuni esposti ora a Palazzo Morando).

Questa mostra su Fata Morgana, riflessione originale sulle ricerche artistiche dedicate all'invisibile dall'Ottocento a oggi, non poteva quindi trovare luogo più adatto per essere realizzata. Non solo: l'esposizione è una piccola Biennale sul tema, con più di duecento opere tra dipinti, fotografie, film, documenti, disegni, sculture e oggetti. Al centro del percorso troviamo - esposte per la prima volta in Italia - sedici tele di Hilma af Klint (18621944), pittrice svedese che, guidata da esperienze medianiche e sedute spiritiche, inventò l'astrazione ben prima di Kandinsky e Mondrian.

La mostra si snoda poi in otto sezioni: si parte dagli "Spiriti guida" che a metà Ottocento alimentarono le ricerche di artiste visionarie come Georgiana Houghton e Annie Besant e si prosegue con la sezione "Medium e Mistiche", tra cui spicca la figura di Eusapia Palladino, medium napoletana divenuta nell'Ottocento celebrità internazionale. Contrappunto contemporaneo ai suoi lavori: le opere di Chiara Fumai e Giulia Andreani. Segue un focus sul "Messaggio Automatico" dove sono esposte opere surrealiste di Marcel Duchamp e Man Ray, passaggio fondamentale prima della sezione "Giardini cosmici" dove i lavori fotosensibili di Andra Ursuta paiono spettri e ci colpiscono. Splendido il corridoio in cui dialogano le opere dell'artistar americana Judy Chicago e gli acquarelli di Carol Rama, mentre la sezione "oci dello spirito" si concentra sul rapporto tra arte e fede con le opere ispirate di Corita Kent, suora e attivista americana mancata nel 1986. Il pian terreno si chiude con la sezione "Salvare il mondo" e racconta la fiducia incrollabile nell'arte come strumento profetico.

Notevole l'allestimento al piano nobile, in dialogo diretto con le sale riccamente decorate di Palazzo Morando: oltre alle opere di af Klint, di grande impatto sono le opere di artisti contemporanei come la polacca Goshka Macuga che ritrae la medium russa vissuta nell'Ottocento Helena Blavatsky in uno stato di levitazione, l'uruguaiana Jill Mulleady che rilegge l'iconografia delle sante martiri in chiave attuale e, gran finale, la struggente videoinstallazione dell'italiano Diego Marcon che trasforma sogni e incubi in un melodramma moderno.

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