«Fate come Repubblica Basta buona creanza: chi di talamo ferisce...»

Caro direttore,
prima di venire alla domanda, mi permetta un richiamo alla Storia. Nella Grande Guerra i tedeschi, per primi, fecero uso dei gas tossici sul campo di battaglia, nonostante il divieto della Convenzione dell’Aia. Le potenze dell’Intesa, così implicitamente autorizzate, reagirono con gli stessi mezzi. Quando venne la Seconda guerra mondiale, tutte le potenze belligeranti erano dotate di enormi riserve di gas. Ma, in Europa, i gas non vennero mai usati. Più di ogni convenzione valse l’equilibrio dell’orrore. Ecco la domanda: dopo Veronica, Noemi, Patrizia e tutto il resto, non sarebbe il caso di aprire la caccia grossa ai talami altrui? Io penso che, dopo un periodo di orribili spargimenti di sangue e sperma, le «potenze» della politica deciderebbero, (senza bisogno di leggi o convenzioni, come per i gas delle guerre europee) di far rientrare le vite private nell’ombra. Basta con la buona creanza! Questa guerra civile strisciante non l’abbiamo voluta noi, ma siamo in grado di sostenerla...
Lettera firmata - Trieste

Caro direttore
la scorsa estate ero alle Poste e stavo leggendo il Giornale mentre facevo la fila e qualcuno ha iniziato a dire male di Berlusconi, dei lettori del suo Giornale e ovviamente di chi vota centrodestra. Chiunque al mio posto avrebbe reagito rispondendo e difendendo le proprie posizioni a spada tratta e invece io no: dopo mezz’ora di attacchi verbali, di assedio e provocazioni sono uscito indenne dalla piccola battaglia ignorando totalmente i loro turpiloqui. Come sarebbe finita se avessi raccolto la loro provocazione? Sarebbe finita in rissa ed avrei fatto il loro gioco perché è questo che si cerca quando si è inferiori: nel caos vince sempre il peggiore e le qualità dell’avversario vengono offuscate e loro applicano questa regola scientificamente. Siccome il confronto dei contenuti li spaventa perché è un territorio sul quale perdono, sarebbe d’uopo che la classe politica del centrodestra imparasse ad affrontare in modo più appropriato l’avversario, a saper arginare le sue trappole, sviluppando più self control, non assecondando le sue bassezze e controbattendo in modo propositivo. Gli elettori lo apprezzerebbero molto.
S.P. - e-mail

Due lettere che esprimono due reazioni tipiche dei nostri lettori. La prima è di un imprenditore di Trieste che ci chiede di omettere il nome per non litigare con la moglie («Lei non è d’accordo...»). La sua tesi è semplice e si potrebbe riassumere con il motto pertiniano: a un brigante, un brigante e mezzo. «Repubblica» usa colpi bassi? Usateli anche voi. Sbirciano sotto le lenzuola? E voi andate a sbirciare nei bidet. Il secondo lettore, invece, suggerisce l’esatto contrario. Si potrebbe riassumere con il verso dantesco: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa». A sensazione (ma sono pronto a farmi smentire) mi pare che i lettori siano equamente divisi tra le due posizioni. Secondo me, però, sarebbe meglio seguire la strada indicata dalla seconda lettera. Certo: la tentazione di mettersi sullo stesso livello di Republichella 2000 è forte.

Ma temo sia proprio quello che vogliono: sono gli esegeti di una cultura sconfitta, sono i cantori di un mondo che ha sempre perso, non hanno più orizzonti, non hanno più idee né ideali, non hanno sogni e prospettive, e per questo vogliono trascinarci a dibattere nel regno dell’immondizia. Lì, di sicuro, non hanno rivali. E perciò seguirli fino in fondo sarebbe peggio di una cosa squallida: sarebbe un suicidio.

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