Le favole musicali di Ciaikovskij e Stravinskij

Nell’intento di continuare sul filone musicale del suo paese d’origine, il russo Vladimir Jurowski, direttore colto e sensibile, che sta facendo una brillante carriera internazionale, dopo lo Sciostakovic della sua precedente presenza romana, ha pensato bene di presentarsi con due brani ancora russi e strettamente collegati fra loro. Due balletti per la verità, musiche cioè scritte appositamente per essere danzate ispirate alle fiabe: La bella addormentata di Ciaikovskij, dalla nota fiaba di Perrault, capolavoro riconosciuto della grande stagione del balletto classico ottocentesco, e Il bacio della fata di Stravinskij, da La regina delle nevi di Andersen. Ma non è soltanto l’ispirazione comune al mondo delle fiabe a tenere insieme le due composizioni. Jurowski, nel confezionare il programma del concerto, si sarà fatto convincere dall’ammirazione dichiarata di Stravinskij per Ciaikovskij, come anche dal fatto che il suo balletto, Il bacio della fata è un omaggio dichiarato al Ciaikovskij de La bella addormentata, dalla cui musica Stravinskij prende perfino in prestito alcuni temi. Ma c’è dell’altro. Stravinskij, nelle sue memorie, racconta che il primo balletto al quale assistè, al Mariinskij di San Pietroburgo, all’età di otto anni, fu proprio La bella addormentata e aggiunge che lasciò su di lui una impressione forte. Allo stesso balletto, già in un’altra occasione prima di comporre il suo, lavorò Stravinskij, quando Diaghilev, suo padre padrone, gli chiese di riorchestrare alcuni numeri, per una ripresa parigina. A quel medesimo balletto è poi legato pure un episodio doloroso della vita di Stravinskij.

Il bacio della fata, gli fu richiesto nel 1928 dalla grande ballerina Ida Rubinstein, per il 35° anniversario della morte di Ciaikovskij, e costituì di fatto la causa della rottura di Stravinskij con Diaghilev che lo accusò di «amare solo i soldi».
Auditorium. Sala Santa Cecilia. oggi alle 18; lunedì alle 21 e martedì alle 19.30.

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