Fazio fa la prima mossa: niente vertice Ue

Possibile un anticipo «per comunicazioni» della riunione ordinaria di Palazzo Koch prevista a fine mese

Fazio fa la prima mossa: niente vertice Ue

Gian Battista Bozzo

da Roma

Antonio Fazio non va a Manchester, al Consiglio informale dei ministri finanziari europei che prevede la partecipazione dei governatori. Rinuncia al summit per evitare che «riverberi di questioni interne abbiano minimamente a manifestarsi in una riunione europea, nella quale la delegazione rappresenta l’Italia». Domenico Siniscalco non avrà Fazio al suo fianco. Al posto del governatore, sarà presente il vicedirettore generale Pierluigi Ciocca, stimato economista marchigiano.
Non è questa l’unica mossa del governatore nella partita Bankitalia. L’armatore marchigiano Giovanni Montanari, componente del Consiglio superiore dell’istituto rivela che i tredici membri «sono stati avvertiti che il governatore potrebbe convocare una riunione prima di quella ordinaria del 29 settembre. In Consiglio - aggiunge Montanari - c’è grande compattezza a sostegno di Fazio». Fonti bene informate sostengono che la riunione (che forse si terrà il 22) potrebbe essere dedicata ad un’informativa, da parte del governatore, di tutti gli sviluppi recenti. Montanari conferma che, per il momento, il governo non ha chiesto al Consiglio di riunirsi, con all’ordine del giorno il caso Fazio: «Certo, se il governo ce lo chiede, noi dobbiamo dare una risposta. Però - aggiunge Montanari - io mi sento di confermare la fiducia al governatore e come me, credo, la maggioranza del Consiglio superiore». Una risposta evidente a Giordano Zucchi, membro del Consiglio che sul Corriere della Sera aveva parlato di «situazione insostenibile». Con Fazio, fra gli altri, sono certamente schierati il decano del Consiglio Paolo Emilio Ferreri e l’ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli. Al termine delle riunioni di Consiglio non ci sono, per tradizioni, comunicati scritti. «Ma questi sono tempi straordinari...», dicono le fonti. Non si può escludere perciò una nota che ribadisca la fiducia al governatore. Da Bankitalia tuttavia si precisa che l’unica riunione del Consiglio finora prevista è quella di fine mese.
Nessun imbarazzante duetto caratterizzerà dunque l’Ecofin di oggi e domani a Manchester. Al massimo, della questione Fazio si parlerà nei momenti di pausa, non nelle sessioni ufficiali. Per Siniscalco, che ieri ha visto Silvio Berlusconi prima di partire per la Gran Bretagna, la trasferta diventa più tranquilla. La prosa vagamente barocca dei comunicati di via Nazionale ha, tuttavia, un significato ben preciso: Fazio vuole evitare il rischio di esportare alla riunione europea le forti tensioni delle ultime settimane. Non si tratta assolutamente di un passo indietro, di un arretramento, precisano fonti di Palazzo Koch; quello del governatore è un gesto elegante e dettato dal senso di responsabilità. Né si tratta di una rinuncia replicabile nell’immediato futuro: la Banca d’Italia precisa infatti che l’agenda del governatore resta quella fissata, con gli appuntamenti del G 10 a Basilea, da domenica sera a lunedì, e il Consiglio della Bce, giovedì. Non manca molto, però, al prossimo impegno internazionale che dovrebbe vedere insieme Fazio e Siniscalco: l’assemblea annuale del Fondo monetario, che si terrà a Washington fra due settimane esatte. Il governatore vi parteciperà sicuramente, il ministro dell’Economia pure.
Scintille solo rimandate, dunque, dopo la richiesta di dimissioni espressa da Siniscalco a Cernobbio e l’annuncio di «passi formali» in tale direzione? Difficile a dirsi. Certo la presenza di Siniscalco e Fazio, l’uno accanto all’altro, in una conferenza stampa affollata di giornalisti italiani e stranieri avrebbe potuto sfociare in dichiarazioni imbarazzanti non soltanto per i due protagonisti ma per lo stesso Paese. A questo ha pensato il governatore, decidendo di non andare a Manchester. Rinunciando così, oltre alla discussione sull’andamento dell’economia europea e dei prezzi petroliferi, a un invito del Cancelliere Gordon Brown per il derby fra Manchester United e Manchester City, che si gioca domani pomeriggio nel mitico Old Trafford.
A Roma, dallo studio di Palazzo Koch in via Nazionale, il governatore osserva le mosse del mondo politico e prepara le contromisure. La rinuncia al vertice di Manchester gli offre un momento di tregua, dopo la giornata molto tesa di mercoledì. Romano Prodi non dà importanza alla decisione del governatore: «Non è questo il problema», dice. Ma il viceministro Adolfo Urso, che pure è dirigente di un partito come An che chiede ufficialmente le dimissioni di Fazio, parla di «gesto di sensibilità».

Gianni Alemanno descrive un governatore in difficoltà, ma nessuno nel mondo politico collega direttamente la mancata partecipazione all’Ecofin ad un arretramento, a un «mezzo passo indietro»: è quanto Fazio si augurava.

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