Gian Battista Bozzo
da Roma
Antonio Fazio era ancora nel suo studio di via Nazionale quando la Camera ha esaminato, ieri sera, gli emendamenti alla legge sul risparmio che riguardano la Banca dItalia. Formalmente non più governatore, dal momento in cui il Consiglio superiore della banca centrale ha preso atto - a metà mattinata - delle sue dimissioni, Fazio è rimasto a palazzo Koch per lintera giornata. Ha ricevuto molti dipendenti, di alto e di basso rango, che sono andati a salutarlo; e il suo telefono, presidiato come sempre dalla sua segretaria, la signora Maria Antonietta Martini, non ha praticamente mai cessato di squillare.
La riunione del Consiglio superiore è filata via liscia, rapida, senza sorprese. I tredici consiglieri hanno preso atto delle dimissioni già annunciate lunedì. Hanno inoltre fatto proprie le considerazioni esposte nel comunicato della Banca dItalia, in cui si affermava che Fazio lasciava «per riportare serenità» nellinteresse del Paese e dellistituto. Hanno tutti manifestato «stima, apprezzamento e gratitudine» al governatore uscente per i quarantanni di impegno a favore della Banca e del Paese. Hanno quindi confermato la reggenza ad interim dellistituto per il direttore generale Vincenzo Desario. Ma non cè stato alcun accenno di discussione - sarebbe stato poco delicato - sulla successione, ai nomi dei candidati, al prossimo governatore. Un applauso, il saluto nel corso della colazione in foresteria, e prima delle due e mezza del pomeriggio tutto era finito.
In un film, la conclusione ovvia sarebbe stata uninquadratura a campo lungo con la vecchia Alfa Romeo del governatore che imbocca via Nazionale e pian piano sparisce nel tramonto romano, destinazione Alvito. Nella realtà, Fazio è tornato nel suo studio e ha cominciato, raccontano, a riordinare le carte nei pochi istanti lasciati liberi da visite e telefonate. Nessuno, almeno per il momento, si insedierà nelle stanze che il banchiere centrale ha occupato per tredici anni. Vincenzo Desario, il coriaceo pugliese che sostituirà lex governatore nellordinaria amministrazione, resta ovviamente nel suo studio. Fazio e Desario hanno sempre fatto squadra, e figuriamoci se qualcosa può cambiare adesso fra due uomini sulla settantina che hanno condiviso moltissimi momenti topici nella recente storia di via Nazionale. Per dieci anni - dall83 al 93, Desario è stato il capo della Vigilanza, che ha ancora supervisionato dal 94, quando è stato nominato direttore generale in sostituzione di Lamberto Dini.
Molti, nella struttura della banca, si augurano che linterim di Desario si trasformi in una nomina a governatore. In alternativa, nei corridoi e nelle stanze di palazzo Koch, si spera in Tommaso Padoa Schioppa, che di Bankitalia è stato a lungo vicedirettore generale prima di approdare nel board della Bce.
La prossima riunione ordinaria del Consiglio superiore è fissata per il 26 gennaio, ma è molto probabile che lorganismo debba riunirsi prima, per la nomina del nuovo governatore. In quelloccasione, il Consiglio potrebbe occuparsi ancora di Fazio, nominandolo governatore onorario. Occorre un atto formale per questo passo, da parte del Consiglio superiore; atto che avviene contemporaneamente alla nomina del nuovo governatore.
Nel frattempo, Fazio continuerà ad andare in banca. In fondo, già ieri ha trascorso in via Nazionale lultima mattinata da governatore e il primo pomeriggio da ex governatore. A tutti i funzionari e impiegati che ha ricevuto durante la giornata non è apparso provato, anzi ha trasmesso unimpressione di estrema tranquillità. «Comunica grande equilibrio», ha detto uno di loro.
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