Febbre suina, altro che allarme In Regione abbuffata di salami

La Lombardia è al sicuro. L’ha ripetuto in tutti i modi il presidente Roberto Formigoni: «Bisogna stare tranquilli, nessun allarme per l’influenza H1N1» e per dimostrare che non c’è alcuna connessione con «quei simpatici maialini», Formigoni ha seguito l’esempio del premier Silvio Berlusconi. Ma se quest'ultimo ieri mattina durante il convegno di Coldiretti aveva degustato e offerto agli ospiti bocconcini di mortadella, il presidente della Regione ha preferito optare per «i nostri ottimi salami lombardi, tra i più sicuri in tutto il mondo». «Nessun rischio - ha ribadito l’assessore all’Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi - quindi invito a non escludere dalla tavola salumi e altri insaccati».
Un panino al salame e tante raccomandazioni, ma guai a chiamare il nuovo virus influenza suina «perché è un termine scorretto, alimentato forse, da chi ha qualche interesse in gioco». La parola allo specialista: Alessandro Zanetti, virologo dell’università di Milano, ribadisce che «questa nuova influenza viene trasmessa per via intraumana, perché ormai la versione originale si è adattata, quindi non c'è alcun motivo per temere di mangiare carne di maiale». Eppure Coldiretti lancia i primi dati allarmanti: un italiano su dieci ha già rinunciato a portare la carne di maiale in tavola per effetto di una ingiustificata psicosi nei consumi generata dalla nuova influenza messicana. Lo rivela una consultazione on line sul sito di Coldiretti realizzata per verificare la reazione degli italiani all'emergenza. La risposta di Formigoni: «Tutte le strutture sanitarie sono state immediatamente allertate e sono perfettamente in grado di saper cosa fare e come intervenire all’occorrenza. L’assessorato alla Sanità ha subito attivato le misure previste dal Piano pandemico regionale, di cui la Lombardia è stata la prima Regione a dotarsi nel 2006». Il Piano di fatto, contiene una serie di indicazioni organizzative e operative per le strutture sanitarie e per tutte le situazioni in cui i cittadini possono venire coinvolti.
Tutto pronto, «anche durante ponte del primo maggio», assicura Formigoni. Anche quando di solito le corsie degli ospedali si svuotano e i medici di famiglia diventano irreperibili. «Asl, ospedali, Guardie mediche, Pronto soccorso e ambulatori, funzioneranno a pieno regime per garantire una completa assistenza in caso di bisogno».


Tocca al direttore generale dell’assessorato alla Sanità, Carlo Lucchina, il compito di dare consigli pratici: «Potrà sembrare banale ma è importante lavarsi le mani spesso e usare fazzoletti di carta, da cambiare spesso, inoltre invito tutti a non rivolgersi necessariamente ai Pronto Soccorso o ad altre strutture pubbliche in caso di febbre ma di consultare il proprio medico e di usufruire dell'assistenza domiciliare».

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