Fede: "Silvio l’avrebbe voluta sempre vicino"

il direttore del Tg4 racconta: "Il premier a Villa Certosa vinceva la solitudine". E sui gossip di queste settimane: "Gli affari privati di Veronica non mi riguardano"

Fede: "Silvio l’avrebbe voluta sempre vicino"

«Villa Certosa per me è il paradiso terrestre». Emilio Fede si trasfigura al pensiero della dimora in Costa Smeralda di Silvio Berlusconi, va in estasi al ricordo delle tante serate trascorse. Ma un po’ si rabbuia se si cala nei panni del premier.

Dicono che Berlusconi si lamenti di essere stato lasciato solo. Come può essere solo un uomo che ama circondarsi di tanta gente?
«Attenzione, le feste di Villa Certosa fanno parte della sua voglia di vivere, della sua cultura, della gentilezza, della passione per la musica. Ma tutto questo serve anche a vincere la solitudine diciamo familiare. Lui forse non lo ha mai ammesso, però io l’ho capito eccome che a lui mancava la famiglia nel suo insieme».

La moglie? I figli?
«Si trasformava quando arrivavano le figlie. Che erano presenti, presentissime durante tutte le vacanze. Difficile sospettare che alla loro presenza succedesse chissà che cosa. Sono insinuazioni volgari, balorde, inaccettabili».

E Veronica?
«Certo, Silvio avrebbe voluto avere sua moglie sempre vicino».

Secondo Daniela Santanchè, la moglie di Berlusconi avrebbe un amante, il capo delle guardie del corpo di Macherio.
«Gli affari privati di Veronica non mi riguardano, con lei ho avuto un rapporto di grande, grande amicizia. Negli ultimi tempi non più. Ci siamo visti l’ultima volta a Natale».

Il rito degli auguri?
«Sapendomi solo a lavorare, Silvio mi ha invitato al pranzo a Macherio, pranzo rigorosamente familiare con una trentina di parenti. Mi ha voluto al centro del tavolo, di fronte a lui e accanto a Veronica. Abbiamo parlato di mille cose, era serena».

Che cos’è successo dopo quell’ultimo Natale?
«Nel gossip di Veronica non entro, non lo conosco, non mi interessa, posso soltanto dire che certamente a Berlusconi lei è mancata per troppo tempo. Non oso mai chiedere a lui quale è il suo reale sentimento, posso solo testimoniare un grande dispiacere, soprattutto per il coinvolgimento dei figli».

Dunque, le feste in Sardegna per colmare quel vuoto.
«Villa Certosa è innanzitutto la testimonianza dell’amore che Berlusconi ha per quell’isola e il suo ambiente, le piante, i fiori, il giardino dei cactus, quello degli aranci, i limoneti, ha fatto tutto con una cura straordinaria».

Si ricorda quante volte vi è stato ospitato?
«Si può dire che ho visto nascere quel parco, ho cominciato a frequentarlo con Galliani, Dell’Utri, Confalonieri, Letta (all’inizio)».

Le feste sono cominciate subito?
«Appena completato tutto. Ricordo la coda di personaggi illustri, illustrissimi e meno illustri ma sempre illustri, che chiedevano di potervi andare almeno una volta».

C’era la corsa a imbucarsi.
«Era come una voce da inserire nel curriculum: “Sono stato a Villa Certosa”».

Gli ospiti cambiavano da una serata all’altra?
«La fatica per lui e i suoi collaboratori era limitare il numero di persone, perché poi con le vetturette elettriche faceva fare a tutti il giro del parco, spiegando l’immensa varietà di fiori e di piante. Alcuni ulivi sono millenari».

E che cosa succede in queste feste?
«Sono passati tutti i grandi politici, Blair, Aznar, Putin, il presidente libanese. Le cene d’onore erano qualcosa di memorabile. Nell’anfiteatro si fa la grande musica, si sono alternati cantanti famosi».

Apicella?
«Guai, lui c’era sempre. Ricordo l’inizio della loro collaborazione, musica di Apicella e parole di Berlusconi. Spesso la serata prevede l’ascolto dei loro pezzi, a volte a gentile richiesta anche le canzoni francesi che avevano reso protagonista Silvio da giovane quando faceva lo chansonnier oltralpe».

Si favoleggia di lussuosi regali.
«A ogni cena lui è solito portare omaggi alle donne e agli uomini».

A ogni cena.
«Direi di sì, ciondoli o altri monili per le signore e agli uomini, ahimè, le cravatte».

Ahimè?
«Essendo stato ospite varie volte, anche se non tutte le volte che avrei voluto, ne ho una collezione».

Tutte solo Marinella?
«Rigorosamente Marinella, con dietro la targhetta “Per Silvio Berlusconi”».

Si parla anche di politica?
«Certamente, specie con i più giovani a lui piace spiegare la politica, gli scenari, la crisi economica, tutto quanto. Partecipavano anche alcuni del coro di Forza Italia che canta “Meno male che Silvio c’è”. Quello era il massimo della trasgressione».

Ovviamente, tante belle donne.
«Per fortuna. Le donne sono la vita».

Ci sarebbero foto di bellezze in topless.
«Ho sentito che questo fotografo, Zuppetta o come si chiama, ne ha scattate alcune... Capirai, oggi in Italia in una villa sul mare le donne vanno con i mutandoni e la cuffia della nonna? Comunque io topless non ne ho visti, ma ci fossero stati non vedo lo scandalo».

Ma quante erano queste creature?
«Mai tante quante è bello vedersene attorno in un ambiente come quello».

Ne avrebbe volute di più?
«Dico che soltanto un paranoico può pensare che non vada bene avere delle belle ragazze attorno. La giovinezza è sempre una bella compagnia, specie quando gli anni passano».

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