Federalismo e autonomia Sulla Sanità il governo vuol frenare Formigoni

Il ministro delle Riforme Chiti: «È propaganda». Il governatore: «Chiediamo solo la conferma che la competenza sia regionale»

Sanità? Il governo non vuole sentire parlare di autonomia. «Chiederla vuol dire fare propaganda» dice il ministro delle Riforme, Vannino Chiti, dopo l’incontro con il governatore, Roberto Formigoni, e il presidente del consiglio regionale, Ettore Albertoni. Uno stop che, secondo Chiti, vale anche per l’istruzione. Formigoni cerca di mantenere aperto il dialogo ma non molla sul principio: «Le nostre poche ma significative righe sono chiare, non c’è alcuna violazione del valore universale delle prestazioni sanitarie. Si chiede solo la conferma che la sanità è di competenza regionale».
Chiti, che ha affrontato il tema anche con i consiglieri dell’Unione, dice chiaramente che non gli piace che ci sia anche la sanità tra le dodici materie nelle quali la Lombardia chiede «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell’articolo 116». Secondo il ministro, il fatto che sul tema si sia svolto un referendum (quello sulla devoluzione) bocciato dagli elettori è un ostacolo molto forte: «Inserire la sanità nel documento vuol dire fare propaganda, lanciare segnali di fumo, privilegiare i segnali esterni rispetto alla concretezza del dialogo con l’esecutivo». La proposta è di cambiare pagina: «Inviterei a partire da altri temi che sono più specifici, come le infrastrutture e i giudici di pace, e poi vedere alla fine quali margini di trattativa ci sono sul resto».
Il testo votato dalla comissione e che arriverà in aula il prossimo 3 aprile ribadisce concetti acquisiti. Si parla di «consolidare il riconoscimento dell’autonomia regionale, affermata dalla Corte costituzionale ma al contempo rimessa in discussione da alcune pronunce della stessa Corte». In sostanza, la Regione vorrebbe sancire con più chiarezza l’autonomia organizzativa che le è garantita dalla Costituzione. Così, Alleanza nazionale contrattacca. «C’è poco da parlare di propaganda riguardo il referendum sulla devoluzione se sulla Sanità si ha la competenza ma non l’autonomia» è la replica dei consiglieri regionali Pietro Macconi, presidente della Commissione Sanità, e Roberto Alboni, capogruppo. In concreto, «è inutile rilevare che la competenza sul servizio sanitario è già regionale quando poi non si hanno i fondi». Quanto alla consultazione popolare, «il ministro dimentica che in Lombardia al referendum vinsero i sì». Sulla stessa linea anche la Lega. A parlare è Albertoni: «Ritengo urgente che pervengano risposte di merito e una migliore precisazione di come i Comuni, le Province, la Città metropolitana di Milano e la Regione comparteciperanno a trattenere nel territorio lombardo un’adeguata quota della tassazione versata».
Il ministro Chiti, «a titolo personale», auspica un voto unanime del centrosinistra in favore del 116 lombardo, ma la realtà è totalmente diversa. L’opposizione infatti si è addirittura spaccata in tre durante il passaggio in commissione del testo.

Si sono astenuti Ds e Margherita, ha votato contro Rifondazione comunista, l’Italia dei Valori ha votato a favore insieme al centrodestra, i Verdi e il coordinatore dell’Unione, Riccardo Sarfatti, non hanno partecipato alla votazione. Insomma, un caos.

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