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Federalismo municipale, la Sicilia non ci sta e ricorre alla Consulta

La giunta del ribaltone guidata da Raffaele Lombardo (Mpa) ha impugnato gli articoli 2 e 14 del decreto: «Sono lesivi delle nostre prerogative autonomistiche»

Il federalismo municipale non s'ha da fare. Perché la Sicilia, in materia, vuole mantenere il diritto di decidere come vuole, mentre il decreto approvato dal governo lo impedisce. Di conseguenza, la patata bollente è stata girata alla Corte costituzionale.
L'ennesimo contenzioso Italia-Sicilia si è aperto qualche giorno fa, durante la riunione di giunta. Il governo regionale ha deliberato l'impugnativa del decreto sul federalismo fiscale municipale (dlgs 23/2011) ritenendo gli articoli 2 e 14 lesivi delle prerogative statutarie regionali e in particolare dell'autonomia finanziaria sancita dagli articoli 36 e 37 dello Statuto Autonomistico siciliano. Relativamente allo stesso decreto, la conferenza dei presidenti delle Regioni aveva già negato l'intesa in sede di conferenza Stato-Regioni. «Gli articoli impugnati - spiega l'assessore siciliano Gaetano Armao - riguardano la cedolare secca sugli affitti degli immobili e avranno un effetto immediato anche nelle regioni a statuto speciale.

Ciò viola le prerogative autonomistiche».
La palla adesso passa alla Consulta. Non è la prima volta che la Sicilia apre contenziosi con il governo nazionale in difesa delle sue prerogative autonomistiche. Adesso l'ennesimo scontro.

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