Economia

Federalismo, il Senatùr: "Iva e Irpef ai Comuni" Calderoli smentisce: "Sciocchezze, alle Regioni"

Stretta del Senatùr sul federalismo: "Bisogna trovare l’accordo con Tremonti per far girare nelle casse dei nostri Comuni l’Irpef e anche l’Iva". Pd e Idv all'attacco: "Bossi non è preparato". Poi Calderoli precisa: "Sciocchezze riportate dai giornali, ne abbiamo riso con Umberto"

Federalismo, il Senatùr: "Iva e Irpef ai Comuni"
 
Calderoli smentisce: "Sciocchezze, alle Regioni"

Cremona - Irpef e Iva nelle casse dei Comuni invece che in quelle delle Regioni. Queste le dichiarazioni che alcuni quotidiani locali avrebbero attribuito al leader della Lega durante un comizio. Immediate le repliche da parte di alcuni esponenti del governo e dell'opposizione.  Il polverone è stato toppato dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli: "La solita tempesta in un bicchiere d’acqua. Poco fa, chiacchierando con Umberto Bossi, abbiamo riso insieme della sciocchezza sul federalismo fiscale riportata oggi da un quotidiano locale, e ripresa poi dalle agenzie di stampa, secondo cui, l’Irpef e l’Iva sarebbero state destinate ai Comuni, quando invece, nel nostro progetto, questi tributi saranno parzialmente ad appannaggio delle Regioni". Calderoli, che è anche coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, aggiunge che "i tributi destinati ai Comuni saranno quelli relativi agli immobili, con l’esclusione della prima casa, come già anticipato dal ministro Tremonti nella sua relazione al Parlamento". Nel comizio di ieri, il Senatur - sempre secondo "La Provincia" e Cremonaonline - avrebbe affrontato di petto alche la questione quote latte, garantendo agli allevatori "ribelli": "Sto dalla vostra parte, chiederò a Zaia di scendere in campo".

Il no dei Democratici "O Bossi ha preso in giro i comuni o, cosa molto più probabile, è stato lui a essere preso in giro da Tremonti", dichiara Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo Pd, per il quale "Bossi dovrebbe sapere che l’imposta che finanzierà il federalismo, secondo la legge delega approvata in Parlamento, è l’Iva; e che l’Irpef non si tocca perchè è l’unica imposta redistributiva del nostro Paese e resterà nelle mani dello Stato centrale". "Tutto questo - spiega l’esponente democratico - è scolpito nella legge delega sul federalismo ed è la sintesi dell’accordo ottenuto proprio dal Partito democratico, che non a caso dopo quella battaglia vinta si astenne». Ad oggi «ai sindaci - conclude Boccia - è stato ritagliato il solo ruolo di esattori. Saranno loro infatti, se non cambiano le tesi di Tremonti su Comuni Regioni, ad aumentare le tasse dal 1 gennaio dall’anno prossimo".

Di Pietro: "E' una putta..." "Una volta che Irpef e Iva vengono incassate dai comuni, quali soldi vanno allo Stato? È un’affermazione senza senso e senza logica". Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, spiega che "allo Stato rimarrebbero i debiti, e a quel punto si potrebbero sanare solo stampando carta moneta in tipografie clandestine...". "Più in generale - taglia corto Di Pietro - questa uscita di Bossi dimostra totale incapacità e impreprazione tecnica, oltre all’inopportunità che questo governo resti in carica. Insomma: più che una boutade, è una putt...".

La manovra alla Camera Approda alla Camera la discussione generale sulla manovra economica del governo. Il decreto di correzione dei conti per il 2011 e il 2012 da circa 25 miliardi dovrebbe essere licenziato definitivamente da Montecitorio giovedì 29 luglio. Domani il governo dovrebbe porre la questione di fiducia sullo stesso testo approvato dal Senato e il voto dovrebbe tenersi mercoledì. Il giorno successivo ci sarà l’esame degli ordini del giorno e il via libera definitivo. Il relatore Alfano parla di un buon esame in commissione Bilancio nonostante i "limiti molto stretti" posti dal governo, ma auspica che in futuro "entrambi i rami del Parlamento possano concorrere" a migliorare i provvedimenti di politica economica. "Abbiamo esaminato il provvedimento consapevoli delle intenzioni del governo - afferma il relatore - che ha posto limiti molto stretti a nostra disposizione, ma credo che l’esame in commissione Bilancio, grazie anche ai gruppi di opposizione, non sia stato inutile. Abbiamo potuto discutere le scelte del governo che auspichiamo potranno essere considerate in occasione dei futuri provvedimenti".

Con la riforma del bilancio, prosegue, "auspichiamo che in futuro entrambi i rami del Parlamento possano concorrere" alla politica economica.

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