Federer un fenomeno senza limiti

Batte Roddick, vince il 9° titolo dello slam e vede un futuro da superman. Ma la sorpresa è russa

Lea Pericoli

Roger Federer, battendo Roddick nella finale di Flushing Meadows 6-2, 4-6, 7-5, 6-1, conquista il nono titolo in una prova del Grande Slam e diventa il primo nella storia a vincere per 3 anni di fila Wimbledon e gli US Open. Dal 2004 a oggi Federer ha giocato 10 finali del Grande Slam perdendone una con Nadal. Al di là degli americani, che sognavano il miracolo di Roddick, penso che in molti abbiano rimpianto il matador spagnolo battuto a sorpresa da Mikhail Youzny, outsider russo n° 54 del mondo. Nadal con la sua straordinaria potenza è l’unico in grado di opporsi a un campione di tali dimensioni. Ad aplaudire Federer c’era anche Tiger Woods, altro mostro sacro dello sport. Ci si domanda, tra lui e Federer, chi sia il migliore. Improponibile confronto, che però mi dà lo spunto di azzardare una ipotesi. Considerado che ho visto giocare tutti i più forti, da Sedgman (1952) ad oggi, pur sapendo che è un paragone molto rischioso perché non ci sarà mai un «torneo fuori dal tempo» voglio «inventare» un campione. Per costruirlo prenderei il tocco di Laver, il rovescio di Rosewall, la potenza di Hoad, il diritto di Sampras, la volée di Edberg, i tuffi di Becker, l’anticipo di Agassi, il servizio di Ivanisevic, il passante di Borg, la smorzata di Pietrangeli. Chissà se il moderno Frankenstein saprebbe deliziarci come il Divino Federer? Chissà se saprebbe batterlo, il mio Robot?
Federer è un fenomeno. Sono tante le qualità che impressionano: la facilità di gioco, la perfezione dei colpi, la dinamicità, l’armonia in ogni esecuzione, la freddezza, l’assenza di sforzo. Quando entra in campo è uguale a quando esce: non una goccia di sudore. I piedi leggeri sfiorano il suolo. Il cervello legge in anticipo le direzioni. Mai un gesto di disappunto. Nessuna ansia, nessuna esitazione. Dopo la vittoria nei primi Grandi Slam ha pianto. Domenica si è lasciato cadere per terra, poi si è ricomposto. È suo il futuro del tennis ed è un futuro lungo perché ha appena compiuto 25 anni.
A Flushing Meadows è stato bello rivedere Connors, al quale va il merito di aver rimotivato Roddick. Ma sono state grandi soprattutto le imprese di due russi: Youzhny e Davydenko. Quell’immenso Paese, oltre ad aver prodotto le più belle e forti tenniste del mondo, ha dato i natali a molti personaggi strani. Nel 1963 giocai un doppio misto a Mosca contro Dimitrieva e Lejus. Sei mesi dopo Lejus ammazzò la moglie. Chesnokov fu il primo campione allenato da una donna.

Medvedev all’improvviso scomparve per giocare a golf. Kafelnikov, che oggi pesa 120 kg, quando lasciò il tennis divenne campione mondiale di poker. Safin, bello e simpatico, è un pazzo scatenato che si demolisce da solo.

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