Francesco Rizzo
Comunque vada, è un evento. Da quando nel volley sono stati introdotti i playoff (1981-82), non era mai accaduto che le prime tre partite di una finale terminassero con tre successi in trasferta. Forse a Treviso vogliono togliersi lo sfizio di aggiungere questa curiosità a quello che sarebbe il nono titolo dal 1994, il quarto di fila. Gara3 ripete il punteggio della prima partita, i veneti sbancano Osimo con un 3-0, passano sul 2-1 nella serie con Macerata, cancellano il ko interno in gara 2. E giovedì, in casa, avranno il match-ball per confermarsi campioni. Con merito. Ma anche perché il loro avversario si eclissa nel momento più importante della propria storia.
La delicatezza della sfida detta un avvio fitto di errori finché a fare la differenza è Fei: dopo i 5 ace nei due match precedenti, l'opposto azzurro si conferma un virus per la ricezione di Macerata. Con l'aggiunta di Gustavo e Cisolla a muro, Treviso sorpassa (10-15) e mette pressione sui marchigiani. Che, già in difficoltà nel gioco, si fanno divorare dai nervi: il regista Sintini è in apnea, Fefè De Giorgi lo fa riflettere in panca. Non sarà l'unica volta. Un lampo del cubano Dennis riporta i suoi nella scia (18-19), ma Gustavo domina al centro, con 3 punti sigla il secondo sprint veneto nel set (21-25).
È un film già visto in gara1: spaventata dall'idea di sprecare un'altra occasione in casa, Macerata, ceduta la prima frazione, gira a vuoto.
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