Felici a Venezia con i pesciolini fritti di Irina

Paolo Marchi

nostro inviato a Venezia

Per non innamorarsi del Vecio Fritolin bisogna avere un sasso al posto del cuore e il vinavil a quello del sangue. È un’osteria a ridosso di Rialto e del mercato del pesce, dove Venezia è ben meno turistica e sbracata, quindi più vera. La sera cala il silenzio, specie ora che ci siamo lasciati l’estate alle spalle, e il tasso di romanticità schizza alle stelle.
I fritolini erano dei buchi dove i pesciolini venivano fritti e offerti in un cartoccio di carta paglia, lo scartosso de pesse, libero l’acquirente di papparseli per strada, su uno sgabello o di portarseli a casa. Questa insegna conserva un ricordo del passato grazie alla passionaccia di Irina Freguia, che fino all’86 lavorava all’ufficio di Igiene e che poi passò a gestire un pubblico esercizio fino ad aprire questo, chiuso da tempo, quattro anni fa.
Lei giura di essere la sola che ancora tiene viva l’usanza del cono con la fritturina. Di sicuro ha una carica di simpatia e di umanità contagiosa. Parla del suo lavoro come di una missione civilizzatrice, una lotta contro chi riduce la Serenissima a gondole, piccioni e ponte dei Sospiri. Fa cultura e allora ecco andare oltre menu e ricette con la serie dei Fritti Corsari che ieri ha visto tra i tavoli colloquiare con i presenti Camilla Baresani e Maria Sole Pantanella, sabato prossimo si parlerà invece di Lucian Freud e così via fino al 15 dicembre, quando Flavio Birri dialogherà sul maiale e Irina lo cucinerà.
Il posto va un po’ cercato, le vie sono strette e fascinose. Gli interni si sviluppano in profondità, nulla di moderno o di minimalista, l’aria consumata del tempo che fu senza nulla di sciatto o tirato via. È uno di quegli indirizzi dove stai bene e non usciresti mai. E non è solo una questione di atmosfere. Qui si sa fare la spesa e certo non trovi le solite proposte turistiche. E Irina ci tiene sia chiaro a tutti, tanto da scrivere in carta «Non impieghiamo surgelati o prodotti inscatolati di alcun tipo». E ancora: pane, pasta e dessert sono fatti in casa e il caffè è dell’Antica torrefazione Girani, 041.721500.
Gli antipasti: Tartare di tonno su letto di branzino, Canestrelli alla griglia, Scampi in saor e Polpetti con insalatina.

Tra i primi Tagliolini asparagi bianchi e tonno, Risotto con passarini (piccole sogliole locali) e fiori di zucca e Bavette scampi e mazzancolle così come tra i secondi si può andare sul mare (Seppioline alla griglia, Fritto misto dell’Adriatico e Rombo al forno) o sui formaggi affinati da Alberto Marcomini. E da poco è stato assunto un giovane chef per i dolci. Brava Irina, è proprio un Vecio grande Fritolin (a prezzi che non sono veneziani...).
E-mail: paolo.marchi@ilgiornale.it

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