Feltri: "La Chiesa parla e mi insulta tre volte al giorno"

Il direttore del Giornale: "Mi stupisce molto che si siano preoccupati di difendere Boffo, di attaccare me e non hanno speso una parola per la vera vittima della vicenda, la signora che ha ricevuto le molestie". Le critiche dall'Azione cattolica e l'Avvenire parla di "videoindecenza"

Feltri: "La Chiesa 
parla e mi insulta 
tre volte al giorno"

Milano - Il direttore del Giornale Vittorio Feltri replica all’Azione Cattolica che rivendica il diritto della Chiesa di parlare. "Non fanno che parlare - dice Feltri interpellato da Apcom -. Vorrei sapere chi le gestisce. Da una settimana mi insultano tre volte al giorno, tra vescovi, vicevescovi e parroci, i quali peraltro mi stupisce molto che si siano preoccupati di difendere Boffo, di attaccare me e non hanno speso una parola per la vera vittima della vicenda, che è la signora che ha ricevuto le molestie in base alle quali un tribunale ha condannato l’ex direttore di Avvenire".

"Mi ha intervistato solo Rai2"
Il direttore ad interim del quotidiano dei vescovi Tarquinio condanna la "videoindecenza". "Si vede che io ho visto altre televisioni - ribatte Feltri - quelle che ho guardato io erano tutte orientate ad amplificare la difesa di Boffo e dei vescovi. Io infatti sono stato intervistato solo una volta da Rai2. Si è dato maggior peso all’apparato di Boffo che è sicuramente massiccio - prosegue il direttore del Giornale - mentre al sottoscritto è stata data la possibilità di argomentare. Però non me ne lamento, ho un giornale a disposizione e lo uso per questo. Lo usi anche Tarquinio, ci dimostri lui di essere capace".

"Da domani ci occupiamo d'altro" Feltri annuncia che da domani la vicenda non avrà la prima pagina. "Se ci saranno delle novità degne di interesse le pubblicherò - spiega - ma già domani ci dedichiamo ad altro. Ci sarà un articolo o forse due sugli strascichi della vicenda ma l’apertura la faremo su altre cose. Abbiamo capito come la pensa l’opinione pubblica - conclude Feltri - e sono stati fatti anche dei sondaggi che dimostrano come il Giornale non è poi andato tanto distante dal bersaglio".

Le critiche dell'Azione Cattolica L’Azione Cattolica deplora i "tentativi di intimidazione" che si sono verificati in questi giorni verso Dino Boffo e ribadisce che "la Chiesa non può tacere rispetto alle questioni che riguardano l’uomo e il nostro tempo". Si è aperto così il convegno dei presidenti diocesani, a Roma. "In questi giorni siamo svolgendo il convegno dei presidenti e assistenti diocesani - ha detto il presidente di Ac, Franco Miano - possiamo riportare lo sconcerto di tantissime persone rispetto agli ultimi episodi. Tuttavia, c’è anche il desiderio di dire con chiarezza che la Chiesa non può tacere rispetto alle questioni e che riguardano l’uomo e il nostro tempo. E l’impegno del laicato cattolico per dire una parola vera nell’attuale dibattito è il modo più concreto per rispondere a questi tentativi di intimidazione".

L'Avvenire In un editoriale firmato da Marco Tarquinio, che come direttore ad interim ha la responsabilità del quotidiano cattolico dopo le dimissioni del direttore Dino Boffo, rivendica i meriti del giornale. Si interroga "sulla sorte della libera stampa in Italia" e soprattutto mette pesantemente sotto accusa il ruolo delle televisioni nella vicenda che ha portato alla rinuncia di Boffo. "C'è più di un problema nel mondo dell'informazione italiana", esordisce in prima pagina Tarquinio, che prosegue più avanti: "La libertà senza responsabilità non ha senso, e l`esercizio irresponsabile della libertà diventa inesorabilmente una maledizione per ogni comunità civile". Arrivando a parlare delle televisioni, Tarquinio scrive: "La magna pars dell`informazione televisiva pubblica e privata ha finito per amplificare le loro cannonate in faccia alla verità. Le falsità e le deformazioni sulla persona di Dino Boffo hanno avuto - per giorni - uno spazio tv irrimediabilmente insultante. Di Avvenire e della sua linea politica è stata fatta anche in tv una interessata caricatura. E questo perché Feltri & Co. sono stati fatti dilagare sul piccolo schermo con le loro tesi e (man mano che la verità veniva a galla) i loro aggiustamenti di tesi.

E quando non sono stati loro - gli sbandieratori di una ignobile lettera anonima - a occupare lo schermo, le notizie di chiarimento venute dalla magistratura di Terni sono state ignorate o sminuzzate. Confuse - prosegue Tarquinio - in un polverone di chiacchiere in politichese. Tutt'al più di querimonie su una privacy violata, quando c'era una verità di vita fatta a pezzi. Un'autentica videoindecenza".

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