Femminile e ambigua la donna è anni Trenta

Sulle passerelle di Milano torna lo stile vintage: la bellezza è contemporanea ma profuma di passato

da Milano

Proporre la contemporaneità con il profumo del passato. Su questo concetto gli stilisti hanno costruito le collezioni femminili del prossimo inverno in passerella ieri a Milano. Angela Missoni dice di essersi ispirata al film Donne girato da George Cukor nel ’39 con un cast di 135 attrici elegantissime tra cui Joan Crawford e Rosalind Russel, ma in realtà la forma dei suoi stupendi modelli stretti sui fianchi sotto al doppio trapezio rovesciato viene dai cosiddetti anni ruggenti in cui Paul Poiret liberò il corpo femminile dall’incubo del busto.
Allo stesso periodo si può far risalire l’immagine di Kristina T anche se Cristina Tardito, elegante giovane signora torinese prestata alla moda, preferisce parlare del maschile al femminile nella sensuale visione di Anais Nin, amante al tempo stesso di Henry Miller e di sua moglie June oltre che autrice de Il Delta di Venere, scandalosa raccolta di racconti erotici. Qualcosa degli anni Trenta serpeggia anche nella sfilata di Blugirl, mentre in quella di Gaetano Navarra domina piuttosto il decennio successivo con un vago sapore militare. Da Frankie Morello si prende garbatamente in giro la mania del rehab che poi consiste nel percorso di disintossicazione, ma la vera fonte d’ispirazione è l’insuperabile eleganza di Catherine Deneuve vestita da Yves Saint Laurent per il film Bella di giorno. A fare il punto sugli eterni ritorni della moda sono da un lato Roberto Cavalli e dall’altro Giorgio Armani. Il primo alle ragazze maniache del vintage propone i capi della linea Just che sembrano usciti dai mercatini dell’usato, mentre re Giorgio per il suo Emporio rilancia se stesso: quell’inimitabile eleganza fatta di rigore, compostezza e molta modernità per cui i giornali americani alla fine degli anni Settanta inventavano titoli come «Stile Milano». Forse aveva ragione la modista di Maria Antonietta che diceva: «È inutile creare, tanto tutti hanno la memoria corta». Ma certo qualcuno ha fatto qualcosa di più e di meglio del banale revival. Angela Missoni ha costruito nuove proporzioni con le sue strepitose architetture di tessuti couture, morbida plastica, pelliccia e maglieria: gonne a spirale sotto ai lunghi pullover asimmetrici, magnifici abiti-casacca (nome in codice: «Chasubles») sotto alle superbe mantelline di visone oppure tute super sexy che lasciano scoperte le spalle.
Il duo stilistico che sta dietro a Frankie Morello è riuscito a proporre il classico con la stessa eleganza tinta d’ironia a cui ci aveva abituati Franco Moschino. La sfilata di Kristina T era perfetta dal punto di vista dello styling anche se mancava la zampata del vero stilismo. Lo stesso si può dire di Blugirl nonostante la sua fanciulla vestita di bianco fosse davvero deliziosa. Più forte l’idea di Just Cavalli: fare con le moderne proporzioni e i giusti tessuti quello che le ragazze cercano negli armadi delle mamme tipo il tailleur pantalone anni Settanta, l’abito a fiori, il cappellone e i giganteschi orecchini.

La vera zampata arriva da Armani che per l’Emporio aggiunge alle sue superbe giacche e agli inimitabili pantaloni indossati con scarpe piatte un pizzico di divertimento attraverso i materiali tecnici usati per i capi da sera oppure alla plastica effetto coccodrillo per gli accessori.

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