La Fenice con Verdi e Puccini rilancia le arie made in Italy

Pietro Acquafredda

Non uno ma tre Concerti di capodanno 2006 dalla Fenice, e l'ultimo in diretta tv. Venezia è stata presa d'assalto da turisti di ogni parte del mondo molti dei quali non hanno voluto mancare il neonato Concerto tutto italiano della Fenice, trasmesso in diretta da Raiuno subito dopo la benedizione papale, alla stessa ora occupata per decenni dal Concerto viennese, dalla sala dorata del Musikverein, non soppresso ma mandato in differita da Raidue appena una mezz’oretta dopo la conclusione del gemello italiano.
A leggere qualche giornale sembra che il retrocesso concerto viennese abbia lasciato molti nostalgici inconsolabili; ma se si sta al pubblico che ha riempito come un uovo per tutti e tre i concerti La Fenice, la sostituzione veneziana non sembra faccia rimpiangere l'originale viennese, al quale quello veneziano si ispira .
Novità dell'edizione 2006 per la Fenice è che il pubblico parlava prevalentemente francese - grazie anche alla diretta degli anni passati in Francia e Germania, attraverso Arte. Dunque c'è qualcuno che si muove apposta per ascoltare alla Fenice, bella come un tempo e con un'acustica tra le migliori d'Italia, il nuovo Concerto di capodanno che, nelle due precedenti edizioni, ha rappresentato il migliore risultato in assoluto in termini di ascolto mai raggiunto da un concerto classico in tv, ben quattro milioni e mezzo l'anno scorso!
La reazione del pubblico ai pezzi più popolari - da Vissi d'arte, ad Una furtiva lacrima a Là ci darem la mano fino ai sempreverdi, conclusivi Va pensiero e Libiamo ne' lieti calici - è da manuale. I brani vocali, i più conosciuti, si confermano anche i più graditi; il legame del pubblico con le star del canto non conosce appannamenti. La Cedolins alla fine di Vissi d'arte ha ricevuto un tributo d'applausi lunghissimo e caloroso, altrettanto per il giovane tenore maltese Calleja che ha cantato Una furtiva lacrima ed in coppia con la Cedolins il brindisi finale dalla Traviata, bissato a gran richiesta a telecamere spente. La Cedolins, nel duetto Là ci darem la mano in coppia col basso Scandiuzzi, ha confermato le sue doti di grande attrice.
Il coro s'è fatto onore nei commoventi O signore dal tetto natio e Va pensiero, che sicuramente saranno piaciuti anche al presidente Ciampi. Va’ pensiero non sarà certo adatto come inno nazionale, ma ogni volta che lo si ascolta è impossibile resistere all'emozione. Alla fine, anche Kurt Masur - inizialmente propenso a licenziare un diverso programma, con molti brani ma pochi titoli, per non compromettere la comprensione dello spirito della musica; alla fine anche lui s'è convinto della bontà del diverso programma, quando ha constatato l'attenzione del pubblico internazionale della Fenice - che aveva pagato fino a 300 euro per una poltrona di platea.
La Fenice ha avuto anche il merito di aprire le celebrazioni mozartiane con due popolarissimi brani, e nessuno ha storto il naso per l’intrusione nel repertorio italiano del concerto veneziano. E Vienna, senza nessun accordo preventivo, ha fatto lo stesso, inserendo l'Ouverture dalle Nozze di Figaro.

Il pubblico televisivo, durante il concerto ha potuto ammirare le sensuali volute di una bellissima coppia della danza internazionale: Abbagnato-Bolle, sulla soglia d'apertura del concerto e sul brindisi finale, nonché un Ferruccio Soleri in ottima forma fare il verso a Don Pasquale, personaggio eroicomico dell'omonima opera di Donizetti, mentre se ne ascoltava la bella sinfonia. L'anno prossimo si replica, ha dichiarato il direttore di Raiuno Del Noce. Si mettano dunque l'anima in pace gli orfani di Vienna. Per il capodanno di Raiuno ci sarà ancora musica italiana, e che musica!

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