Fenomenologia del Buranco, sciacchetrà del senatore vignaiolo

Fenomenologia del Buranco,  sciacchetrà del senatore vignaiolo

(...) Infine - se le tenebre non hanno ancora avuto la meglio - il senatore Grillo vi darà anche un’infarinatura sull’importanza dell’italianità delle banche. E su questo tema, e in particolare sull’importanza della genovesità della Carige, che abbiamo affrontato nei giorni scorsi, riuscirà a coinvolgervi ulteriormente. Per quanto mi riguarda personalmente, anche al netto di Grillo, come ho spiegato nei giorni scorsi, bastano i numeri della Cassa a convincermi: la Carige è la seconda azienda genovese per numero di occupati. E, a partire dal presidente Giovanni Berneschi, unico e indispensabile, al vice Sandro Scajola, ai dioscuri della direzione generale Alfredo Sanguinetto e Carlo Arzani o alla genovesità comunicativa di Antonello Amato, persino al di là delle carte di identità, ha la liguritudine anche nel Dna della testa e soprattutto del cuore. Il fatto che in Carige le carriere siano interne è un valore aggiunto.
Superata anche questa seconda fase, quella bancaria, tocca alle note dolci. O, meglio, dolci con una punta di salmastro. Perchè Grillo inizierà a raccontarvi dello Sciacchetrà che produce personalmente a Monterosso, nella sua tenuta alle Cinque Terre.
Poi, se vi va bene, sarete ripagati di tutta la pazienza spesa per ascoltare le notizie precedenti. Anche con gli interessi, sempre al netto della Carige. Il momento in questione è quello in cui Grillo va in cantina ed estrae una delle preziosissime bottiglie di sciacchetrà griffate Buranco, l’azienda agricola che ha rilevato a Monterosso.
Dal giorno in cui il presidente della Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato ne ha portata una a casa di Berlusconi a Palazzo Grazioli per innaffiare la cena della pace fra l’allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio ed il presidente del Consiglio - passata infatti alla storia della politica come «il patto dello sciacchetrà» - Grillo è diventato ancor più un beniamino di grandi e piccini della politica. E il Buranco è finito anche sulla tavola di Obama e di tutti i leader del mondo al G8 dell’Aquila.
Bere lo sciacchetrà, infatti, è uno dei motivi per cui vale la pena di vivere.

Farselo quasi sciogliere in bocca (evento che ha del miracoloso per un liquido, ma nel caso di questo passito il miracolo è l’unità di misura più appropriata) è una gioia.
Raccontano che, dopo aver provato il Buranco, qualcuno abbia chiesto a Grillo di rispiegargli il Terzo Valico.

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