Cultura e Spettacoli

FENOMENOLOGIA DI SIMONA VENTURA

Prima o dopo qualcuno scriverà la Fenomenologia di Simona Ventura, quarant’anni dopo il saggio che Umberto Eco dedicò a Mike Bongiorno. Il re dei presentatori fece la propria fortuna suggerendo involontariamente l’idea che ogni telespettatore potesse credersi migliore di quella che venne definita la sua «aurea mediocritas». La Ventura è invece bravissima soprattutto in una cosa: far credere ai telespettatori dei suoi programmi di non poter ambire a nulla di meglio, di essere fatti della stessa pasta dell’Isola dei famosi che stanno guardando, senza che nessuno si chieda più se il proprio tempo abbia ancora un valore oppure no. L’altra sera, a Porta a porta, si è visto un siparietto indicativo del clima televisivo che stiamo vivendo. Bruno Vespa e Simona Ventura, alleati e complici a tal punto che non si capiva dove finisse uno e cominciasse l’altra, erano concordi nel ritenere che la Rai mai e poi mai potrebbe mandare in onda un reality come il Grande Fratello. E che diamine, e che schifezza, e che imbarbarimento che sarebbe per il servizio pubblico! Volete mettere, invece, la grazia e la finezza e la pubblica utilità dell’Isola dei famosi? Mentre Vespa perorava la causa aziendale la Ventura annuiva ed è un caso più unico che raro perché nelle trasmissioni dove c’è lei, in genere, sono gli altri che annuiscono come cagnolini disciplinati e timorosi di essere esclusi dal suo «grande giro». È un altro aspetto della Fenomenologia di Simona Ventura di cui qualcuno, prima o dopo, si dovrà pure occupare: d’accordo che studia per diventare dirigente televisiva (e lo diventerà, vista la determinazione che la contraddistingue), ma possibile che quando dispensa a concorrenti e ospiti dell’Isola il suo bon ton esistenziale siano tutti sull’attenti come non succedeva, ai tempi, nemmeno davanti a Maurizio Costanzo? Su un’unica cosa dovrebbero dare tutti ragione alla Ventura: quando dice che l’Isola «prende la pancia dei telespettatori». A dire il vero non solo dei telespettatori, a giudicare dai ricorrenti problemi intestinali dei partecipanti, che sconfinano poi velocemente in altri disturbi ancora più imbarazzanti come quelli di cui ci ha fatto partecipe Enzo Paolo Turchi. Quanto alla presunta differenza dell’Isola rispetto al Grande Fratello, andrebbe ricordato che i due programmi sono in realtà accomunati dalla stessa sovraesposizione mediatica che rimbalza da tutte le reti televisive (a ogni ora del giorno, telegiornali compresi) fino all’ultimo giornale di provincia, alla radio e a Internet. Risibile sostenere la tesi del: cambia canale, se non ti piace il programma. Al Bano te lo ritrovi comunque dappertutto, anche facendo il più selvaggio degli zapping.

L’aspetto più sconcertante dei reality è proprio questo.

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