Ferguson: «Il mio Ronaldo è davvero the Best»

da Londra

Il commento più significativo sullo stato di salute del Manchester United è dello stesso Sir Alex Ferguson. Estasiato dalla prepotente vittoria sull'Aston Villa, il manager scozzese per una volta si è sbilanciato. «Credevo avessimo raggiunto il nostro massimo settimana scorsa (vittoria contro il Liverpool, ndr), ma mi sbagliavo. Ora stiamo ancora meglio». Come dargli torto, d'altronde. In meno di un mese le prospettive domestiche dei Red Devils si sono capovolte. Prima attardati cinque punti dalla vetta, ora - quando mancano sei giornate al termine - con un vantaggio di cinque lunghezze sul Chelsea, sei sull'Arsenal.
Un predominio confermato anche dai numeri: maggior numero di vittorie 24 (in 32 appuntamenti), miglior attacco (68 reti), miglior difesa (15). Una macchina da gol che si esalta all'Old Trafford (media di 2.5 gol a partita) e che ha in Cristiano Ronaldo il suo superbo finalizzatore (35 reti stagionali). Anche contro i Villas l'ala portoghese è risultato il migliore in campo, non solo per la finezza sul gol (colpo di tacco) ma soprattutto per gli assist e le giocate ad effetto a ciclo continuo. Uno spettacolo nello spettacolo che nei giorni scorsi aveva spinto Ferguson ad illustri paragoni. «Non c'è nessuno al mondo che corra palla al piede veloce come Ronaldo. Solo Maradona era altrettanto rapido. George Best? Ci sono somiglianze, entrambi dalla fascia destra tendevano ad accentrarsi per andare alla conclusione».
Ma lo United non è solo Ronaldo. Dopo un digiuno di oltre cinque mesi in campionato, sabato anche Wayne Rooney si è sbloccato (due gol), mentre Carlos Tevez è salito a 12 reti in Premiership. Ma è il collettivo quest'anno l'arma in più dei Red Devils, perché se Gary Neville e Darren Fletcher hanno già concluso la stagione, ci sono Wes Brown e il brasiliano Anderson pronti a sostituirli. «Quando si osserva la sicurezza con cui stanno giocando i giocatori, la qualità delle loro prestazioni, è chiaro a tutti che possiamo arrivare fino in fondo - le parole di Ferguson -. La cosa importante, e io lo so bene perché sono abbastanza vecchio, è non perdersi proprio ora, sul più bello». Ipotecato il bis in Premier League (17esimo titolo nazionale) Ferguson è già proiettato alla doppia sfida contro la Roma. Considerata solo una tappa di avvicinamento verso quello che per lo United è l'obiettivo della stagione, la finale di Mosca.
Lo scozzese non ha ancora digerito la scoppola subita l'anno scorso a San Siro quando i sogni inglesi erano naufragati nella semifinale di ritorno. Questa volta Sir Alex si presenta allo sprint di primavera con una squadra zavorrata da meno infortunati e con una migliore condizione psico-fisica. Convinzione, maturità, talento.

Ci sono tutti gli ingredienti per traguardi più ambiziosi. Vincere in Inghilterra non basta più. A distanza di nove anni dall'ultima coppa - nella stagione del 50/o anniversario della tragedia di Monaco - lo United vuole tornare a primeggiare anche in Europa.

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