Otto partite giocate finora: quattro vittorie, due pareggi e altrettante sconfitte, anche se una di queste è giunta solo ai calci di rigore. La Juve d'estate ha vissuto picchi di esaltazione (battuto tra gli altri anche il Real Madrid, peraltro largamente incompleto) e momenti di depressione. La verità, al solito, sta nel mezzo: il gruppo è sulla carta migliore di quello dell'anno scorso, ma gli inconvenienti non mancano e i punti interrogativi nemmeno.
CHE COSA VA
L'entusiasmo e la grinta sono quelli dei tempi belli e quasi tutti i giocatori si sono presentati in ritiro già in buone condizioni. L'approccio al nuovo modulo (4-3-1-2) è stato subito convinto, anche se è mancato il principale interprete del ruolo di trequartista, ovvero Diego: Ferrara si è arrangiato prima con Del Piero (sacrificatosi per amor di maglia) e poi con Giovinco, ricavandone non sempre frutti prelibati. L'organico è comunque attrezzato per campionato e Champions: se i muscoli di Diego continueranno a fare le bizze, anche Camoranesi (altro giocatore rispetto al recente passato) potrebbe essere dirottato dietro le due punte. Ferrara in ogni caso non si trincererà dietro un solo modulo. Tra i più positivi di questa prima fase, rimanendo al centrocampo, anche Tiago e Marchisio.
CHE COSA NON VA
Basta passare dall'infermeria per capire: Diego ha finora giocato la miseria di sessanta minuti, Sissoko non è mai sceso in campo e non lo farà fino a ottobre. Due dei cardini della nuova Juve non si sono insomma mai visti e il processo di crescita della squadra ne sarà certamente rallentato. Non ha convinto nemmeno Giovinco, che ha però iniziato la preparazione in ritardo. Chi invece ha lavorato subito ma con la testa piena di dubbi è stato Trezeguet: adesso, sgombrato il campo da equivoci e rivelato di volere rimanere bianconero, dovrà cominciare anche lui a fare quello ha sempre fatto, ovvero segnare. Quanto alla difesa e al centrocampo, propongono anche loro interrogativi: gli esterni davanti a Buffon hanno mostrato le solite lacune e lo strapagato Felipe Melo deve ancora fare parecchia strada prima di convincere.
CHE COSA SUCCEDERÀ
Poco o nulla, in realtà.
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