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La Ferrari c’è, i suoi piloti un po’ meno

10 HAMILTON
Primo. Furbo il team al sabato con la questione del motore spento e della benzina che c’è e non c’è. Veloce lui il giorno dopo. Diamine, quanto è migliorato: due anni fa tamponò la Ferrari e Raikkonen all’uscita dei box. Ieri ha duellato nello stesso punto ma non ha commesso sciocchezze. E in pista è un martello, un piacere vederlo. Quando ha scorto Button avvicinarsi, a scanso di equivoci turchi, gli ha piazzato in faccia un paio di giri sull’uno e diciotto. Seconda vittoria di fila e vetta del mondiale raggiunta. Altro che le sgommate tamarre di Melbourne, Lewis è pronto per sgommare via.
8 BUTTON
Secondo. Il diavolo: Lewis; e l’acquasanta: Jenson. Si presentano così, ma forse sono l’esatto contrario. Il biondo campione del mondo in carica - e da anni leader incontrastato del campionato universale playboy, a suon di sorrisi è sempre lì, veloce veloce, in alto in alto. Ed è furbo. Soprattutto quando Alonso, secondo, si è trovato davanti il torpedone in fermata perenne di Chandhock. Sorpasso, ciao ciao e arrivederci.
5,5 ALONSO
Terzo. Quell’arrivederci metaforicamente sventolato con una manina che non si vedeva da Button quando l’ha sfilato, è piombato addosso a Fernando come un macigno che poi si è portato anche sul podio. Dietro al doppiato Chandhock, quand’era secondo, ha rallentato troppo, non se lo aspettava neppure lui e Button è volato via. Più o meno come giri prima con Hamilton, quando a rallentarlo erano stati Buemi e la Toro Rosso. Che poi se n’erano andati dritti ai box. Al danno, la beffa. Però nel duello vinto in pitlane con Lewis era stato superbo.
5 VETTEL
Quarto. La sua giornata lavorativa verrà scalata dallo stipendio: la prima fila al via per grazia ricevuta (Webber retrocesso di 5 posti per aver sostituito il cambio, ndr) doveva lanciarlo e invece gara grigia.
6,5 WEBBER
Quinto. Perché persi i 5 posti al via, si è decisamente impegnato più del compagno, ha condotto la corsa, ha pigiato per benino ma come per Sebastian la strategia del pronti e via con le gomme dure non ha pagato.
2 KUBICA
Settimo. Robert in pista è la fine del mondo. Quando ha fatto a sportellate con Schumi e l’ha passato è stata F1 d’altri tempi. Però quando ha tagliato di netto la strada a Sutil per rientrare ai box è stato da ritiro della patente. Va bene che a Montreal sembra quasi invulnerabile, però... (si vocifera che la manovra sia conseguente a un problema tecnico di Sutil. Nel caso, voto annullato).
7 LIUZZI
9° e doppiato. Il fatti più in là fra Tonio e Button di Massa al via, partito alla grande, forse troppo, punisce lui e punisce Felipe. Entrambi avrebbero potuto far ottime cose. Il suo sorpasso all’ultimo giro su Schumi, a suon di ruzzate, vale comunque punti e gloria.
7 SCHUMACHER
11° e doppiato. È stato meraviglioso. Perché Schumi non si raccapezzava più epperò combatteva come un vecchio vichingo contro ragazzi di vent’anni più giovani e in una F1 che non è più la sua. Quella dei sorpassi al box, del ritmo gara, non delle ruotate e dei fuori pista. E delle frenate esagerate come quella che ha pirlato Massa, fracassato l’ala anteriore della Rossa e alzato alto in cielo il ferale quesito: l’avrà fatto apposta? Massì, dai...
4 MASSA
15° e doppiato. Solo pasticci. Inferti e subiti, compresa una penalizzazione (ininfluente) di 20” per eccesso di velocità nell’ultimo pit stop. Onesto dirà: «Gara orribile, mi è successo di tutto, l’incidente al via, poi quello con Schumi quand’ero a punti».

Più che un incidente, un trappolone.

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