Prendiamone atto. La Ferrari, a Singapore, non stava in pista. Lha detto Giancarlo Fisichella. Visti però gli evidenti e sacrosanti problemi di adattamento del ragazzone romano, qualcuno potrebbe non credergli. E farebbe male. Perché poi ugual concetto è stato espresso anche da Kimi Raikkonen, che di adattamento alla Rossa proprio non ha bisogno. Tanto più che il finnico, ormai partente per far posto ad Alonso, non ha il benché minimo pelo sulla lingua, anzi, è quasi una bocca della verità. «Non stava in strada, scivolava ovunque», ha infatti precisato.
Prendiamone atto. Dietro la Caporetto di Singapore, decimo Raikkonen, tredicesimo Fisico, cè una Ferrari che sta giocando pesante sul tavolo di questa F1 impazzita. Per farlo, ha scelto di intraprendere la strada che lo scorso anno fu di Ross Brawn. Allepoca, il grande ex di Maranello, a capo della Honda, decise di mandare ai Gp il team-gara senza sviluppi, mentre a casa, sui computer, sui simulatori, nelle gallerie del vento si investiva e predisponeva il lavoro in chiave 2009. I risultati sulla Brawn ex Honda si sono subito visti.
Per cui i tifosi se ne facciano una ragione: meglio prendere ancora qualche sventola in faccia in questa disgraziata stagione - in fondo ci siamo tutti abituati - e partire poi a palla il prossimo anno, magari sfruttando la spossatezza degli altri giunti a fine anno col fiato lungo.
Però anche la Ferrari prenda atto di una cosina: lanno prossimo niente scherzi.
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