Pierluigi Bonora
nostro inviato a Chengdu
È nellAsia e in tutta larea del Pacifico dove la Ferrari vuole giocare la sua partita. Insieme alleconomia di questo sterminato territorio cresce anche il numero delle persone in grado di spendere fino a oltre il doppio del prezzo proposto in Europa, pur di accaparrarsi lultima novità di Maranello. A incidere fortemente sui listini sono le tasse di importazione, differenti secondo i vari Paesi. Da un minimo dell80-90% il balzello può raggiungere il 220 per cento. «Ma per i super ricchi asiatici - commenta Mario Micheli, dal primo ottobre a capo del business Ferrari nellarea Asia-Pacifico - conta solo lesclusività di possedere una nostra vettura. In Giappone, per esempio, dove il posto guida è a destra, sono soliti ordinare Ferrari con il volante a sinistra. E questo per apparire ancora più unici».
Micheli, con una precedente esperienza nella direzione commerciale e marketing di Maranello, è a capo di un mercato che vale circa il 15% delle vendite mondiali (più di 5.000 quelle previste nel 2005) del Cavallino. Oltre al Giappone, Paese in testa per numero di «rosse» acquistate (300 lo scorso anno), larea di competenza di Micheli include Cina, Hong Kong, Taiwan, Malesia, Indonesia, Corea del Sud, Singapore, Thailandia, Australia e Nuova Zelanda. Ma è sulla Cina che è puntata lattenzione della casa guidata da Luca di Montezemolo. Il Paese della Muraglia, tra laltro, vede il Cavallino rampante viaggiare ancora a braccetto della Maserati, da cui si è da poco separato. «Qui - spiega Micheli - è operativa dal 2004 la società Ferrari Maserati Cars International Trading di cui i due marchi detengono la maggioranza.
Proprio a Chengdu, megalopoli di 10 milioni di abitanti, nel Sichuan, provincia nota per le riserve del panda gigante, è stato inaugurato un nuovo punto Ferrari-Maserati. «Questa città - aggiunge il manager - insieme a Pechino, Shanghai e Guangzhou è stata scelta per ospitare accanto alla concessionaria anche lofficina e il centro ricambi». Nei prossimi giorni altre città cinesi avranno i loro dealer con le insegne del Cavallino rampante e del Tridente: Panyu, Shenzen, Hangzhou, Qingdao, Xiamen e Chongqing. A Maranello sono convinti che la dinamica di crescita del Paese porterà presto risultati ancora più interessanti: le 90 vetture Ferrari stimate per il 2005, nei prossimi due-tre anni potranno infatti aumentare fino a fare della Cina uno tra i primi sei Paesi del business emiliano.
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