Alla Ferrari resta solo Parigi

Mistero sul guasto della Ferrari. E Massa dice addio al mondiale. Top secret su quale ammortizzatore si sia rotto. Spy story: Todt conferma nuove prove a Parigi e nessuna volontà di trattare con McLaren il cui sponsor potrebbe essere chiamato a far luce su sms e telefonate

Alla Ferrari resta solo Parigi

Monza - La portata devastante della spy story e i tormenti generati nei cuori dell’establishment ferrarista si possono misurare in diversi modi. Il più immediato è il tonfo nel gran premio di casa. Una volta saremmo stati qui ad annotare la rabbia profonda e inconsolabile degli uomini in rosso per lo sberlone appena preso. Invece la pratica, come farà capire monsieur Jean Todt, verrà chiusa sbrigativamente con un «siamo molto delusi» d’ordinaria amministrazione. Perché poi sarà solo un gran parlare di spy story, di giudici e avvocati e del bene o del male che tutto questo ha fatto, fa e farà allo sport. Non che sia il capo francese a voler imboccare la tormentata via, sono le domande che ne sterzano vistosamente le risposte, neanche fosse Raikkonen che va a sbattere nelle libere.

Così si parlerà poco del finnico terzo e indolenzito per il botto del sabato e comunque un poco umiliato dal sorpasso subìto da Hamilton quando era secondo («era indolenzito, è già stato bravo a concludere a podio», sottolineerà Todt); e poco si discorrerà della rabbia di Felipe Massa, nero per la scarsa affidabilità del suo bolide e perché, in fondo, sa che è ormai fuori dal mondiale. E i piloti, e la gara? Contano poco. Solo una frase di Massa: «La macchina era velocissima, avrei potuto andare a podio, magari far di più... Ma i mondiali non si vincono solo con la velocità. Serve l’affidabilità». E Alonso, schietto come sempre, conferma: «L’avevo detto anche in Turchia. Il primo che farà zero punti in una delle cinque gare che ci restano, sarà fuori dal mondiale. Per cui, ora, Felipe è fuori».

Fatto sta, anche se alla fine resterà un piccolo, doveroso, spazio per disquisire di affidabilità, di piste buone e meno buone, di speranze ancora aperte e di certe colpe tecniche che Todt – con onestà – si assume, invece il piatto principale del dopo Gran premio resterà comunque e sempre la spy story. Dice infatti il capo francese: «Felipe ha avuto un problema all’ammortizzatore che l’ha obbligato a fermarsi». E alludendo all’incidente del finlandese il giorno prima: «No, Massa ha subìto un problema tecnico, Kimi aveva fatto un errore». Ma i troppi top secret su quale dei due armonizzatori posteriori si sia rotto, fanno pensare che anche Raikkonen possa aver patito qualcosa nelle libere... Si vedrà. Todt prosegue: «Non vedo perché non dovremmo essere competitivi a Spa, Shanghai e in Brasile (il Fuji è sconosciuto per tutti, ndr). Di certo, non abbiamo mostrato l’affidabilità che una squadra in lotta per il titolo deve avere». Quindi prende ancora tempo su quale pilota puntare, ma il verdetto – si legga Alonso – c’è già.

E via con la spy story. Domandano a Todt: però, magari, vincerete il Gp di Parigi (quello del processo alla McLaren di giovedì, ndr)... «È un argomento che affronteremo in una volta sola...». Se c’è la possibilità di un accordo prima? «No, impossibile. Ormai è una vicenda in mano al consiglio mondiale... Brutte conseguenze per lo sport? È sempre così quando succedono simili cose: come nel ciclismo, nell’atletica. Mi dispiace, ma noi vogliamo solo che emerga la verità». E se la McLaren venisse di nuovo assolta? «Noi andremmo avanti in Italia, in Inghilterra... Che tipo di punizione preferirei? Non siamo davanti a un menù dove uno sceglie il primo, il secondo... È la Fia che deve valutare; ciò che conta per noi è portare più prove possibili per far capire che cosa è successo».

Guarda caso, poche ore prima si è saputo che la Fia ha acquisito altri indizi, relativi a un fitto scambio di telefonate e sms fra Stepney e Coughlan addirittura durante i Gp.

«Posso confermare che abbiamo ricevuto nuove prove dall’autorità italiana», dirà una portavoce Fia, che poi preciserà «è stato detto che la Vodafone, sponsor McLaren, sarebbe stata contattata dalla Federazione per avere un aiuto nel valutare sms e telefonate: ebbene, non è vero. Potrebbe essere stata interpellata dalle autorità italiane». Sarebbe il massimo se anche lo sponsor indagasse contro la McLaren.

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