Benny Casadei Lucchi
nostro inviato
a Hockenheim
In casa Renault cerano volti scuri e adesso ci sono sorrisi. È tornato il caro, vecchio, amico mass damper. Che non è un attore di Hollywood, ma uno strano aggeggio molto utile a incollare per benino al suolo le monoposto di Fernando Alonso e Giancarlo Fisichella. Uno stabilizzatore, lhanno definito; anche una zavorra mobile, hanno aggiunto. Fatto sta, qualcosa di molto utile alla causa francese.
Comunque sia, patron Briatore e i suoi piloti possono finalmente concentrarsi solo sulla rimonta ferrarista (il che è già di per sé un bel problema). Non devono più avere un occhio preoccupato sulla classifica del mondiale e laltro sulle molte missive della Federazione dellauto. Per volere della Federazione, il mass damper è tornato ufficialmente, definitivamente, legale. Definitivamente perché nel settembre 2005 i giudici Fia avevano stabilito che laggeggio in questione era ok; poi, molto poi, allindomani dello scorso Gran premio di Francia, avevano cambiato idea; poi, alla vigilia della corsa tedesca, i giudici di pista di Hockenheim avevano stabilito che invece no, il mass damper era legale; poi, cioè subito dopo, la Fia aveva avvertito le scuderie, in primis proprio la Renault, che ogni risultato ottenuto con lo strano aggeggio nel musetto sarebbe stato oggetto di valutazione. Insomma, a rischio di squalifica. E la Renault, mugugnando, aveva ubbidito. E perso malamente.
«Cè soddisfazione nel veder riabilitato il mass damper» dicono ora allunisono Briatore e il direttore tecnico Symonds; cè soprattutto sollievo, perché la sensazione grande, dopo la sonante sconfitta, era che quei sette decimi al giro fra rosse e francesi non fossero solo colpa delle gomme Michelin. Non a caso, Alonso, a gara conclusa, aveva detto: «Speriamo che si tratti di un problema solo di gomme». E Briatore: «È assurdo che venga penalizzato un team che con un budget inferiore agli altri inventa cose intelligenti... tanto più, cose che gli altri copiano ma non abbastanza bene... però non è finita».
Aveva ragione: a sorpresa, per la velocità, ecco lennesimo contrordine Fia, addirittura a firma del direttore tecnico Charlie Whiting, lo stesso che a Hockenheim aveva annunciato lintenzione di impugnare tutto.
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